Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri e Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, Alfredo Mantovano, ha confermato al Sole 24 Ore che il nostro Paese negli ultimi mesi si è trovato al centro di “una recrudescenza di attacchi informatici verso soggetti nazionali da parte di attori russofoni“, sostenendo però che questi sono stati “efficacemente contrastati“.
La cyber sicurezza è ormai al centro delle agende della maggior parte dei Paesi europei, come hanno confermato anche i ministri Tajani e Piantedosi in occasione della Conferenza nazionale per la creazione di un ecosistema di Cyber Capacity Building, e anche l’Italia ha ormai confermato l’intenzione di rendere la sicurezza informatica una delle priorità dell’azione del governo. Secondo i dati, infatti, nel 2023 le incursioni informatiche per scopi politico-dimostrativi sarebbero aumentate del 625%.
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Mantovano ha sostenuto che il governo non si aspetta che le minacce informatiche vengano del tutto eliminate, ma l’intenzione è principalmente quella di “essere pronti a reagire in maniera efficace in caso di incidenti e di attacchi, mitigandone gli effetti e riducendone il più possibile i danni“. Un obiettivo complesso da raggiungere, anche in vista della necessità di collaborazione tra il settore pubblico e quello privato, come già annunciato dal vicepremier Antonio Tajani.
Mantovano: “Il rischio zero non esiste“
Il sottosegretario Alfredo Mantovano ha sottolineato come la lotta agli attacchi informatici non sia breve e come effettivamente siano necessari ingenti sforzi comuni al fine di proteggere il Paese. “Le nuove norme servono a contrastare più efficacemente il crimine ma anche a promuovere la cultura della sicurezza” ha sostenuto il sottosegretario, sottolineando la necessità che la popolazione italiana partecipi alla lotta, divenendo consapevole dei pericoli della rete.
“La priorità in questo caso è la formazione -ha infatti dichiarato il sottosegretario – La consapevolezza dei cittadini come utenti di tecnologia è importante, ma lo è altrettanto la formazione degli insegnanti, degli impiegati pubblici, di tutti coloro cui per errore capita di aprire le porte informatiche ai criminali“. La difficoltà maggiore, però, risiederebbe proprio nel trovare esperti del settore che si occupino di questa formazione.
“Chi gioca in difesa è sempre svantaggiato, il rischio zero non esiste” ha sostenuto Mantovano, ricordando che l’obiettivo non è essere impenetrabili ma saper gestire gli obiettivi. Il Gruppo di lavoro G7 sulla Cyber sicurezza ha permesso di creare una strategia comune che comprendesse anche l’Italia, affinché i Paesi interessati siano pronti a “reagire in maniera efficace“. Proprio su questo punto, il sottosegretario ha specificato che il governo sta “intervenendo attraverso l’incremento della consapevolezza e lo sviluppo di percorsi di irrobustimento delle difese informatiche. Uno di questi è il Cyber Index Pmi che permette di fruire degli indicatori utili a comprendere il livello di esposizione al rischio cyber delle imprese“.
Le parole di Tajani e Piantedosi
Nella giornata di ieri, durante la Conferenza nazionale sulla Cyber Capacity Building, il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, hanno ribadito le intenzioni del governo in materia di cyber sicurezza. “Dobbiamo combattere questa sfida e affrontare gli attacchi con un coordinamento che deve superare gli egoismi che ci sono tra le varie burocrazie” ha sottolineato il leader di Forza Italia, sostenendo che garantire l’inviolabilità delle infrastrutture informatiche di un Paese non ne aumenta solo il livello di sicurezza ma favorisce anche la fiducia, l’innovazione e la crescita economica.
Matteo Piantedosi nel suo intervento ha invece ricordato come la collaborazione tra i vari settori sia fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti, perché “le istituzioni da sole non possono farcela“.
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