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Iran, Crosetto teme l’atomica: “Non si può escludere nulla, in Italia il pericolo sono gli attentati”

L'Italia è mobilitata per tenere al sicuro la sua popolazione e il ministro sembra piuttosto soddisfatto del lavoro portato avanti finora. La strada da percorrere è però ancora lunga, con il Paese che deve adeguarsi alle nuove richieste della Nato - con il 5% del Pil impiegato per il riarmo - e sopperire al contempo agli arsenali vuoti a causa dei bisogni dell'Ucraina

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Il conflitto in corso tra Israele e Iran può provocare ripercussioni immediate all’Italia? Secondo Guido Crosetto, ministro della Difesa del governo Meloni, la risposta è un sonoro ““, accompagnato però da alcune specifiche. Il titolare della Difesa, che in questi mesi è al centro di numerosi dossier fondamentali, tra cui quello del riarmo, del sostegno all’Ucraina e della sicurezza del Paese, ha spiegato in una intervista a Il Corriere della Sera, che i pericoli che coinvolgono il nostro Paese sono sostanzialmente due: innanzitutto la possibilità che Israele, o chi per esso, utilizzi armi nucleari nel conflitto con Teheran, il secondo sono gli attacchi terroristici sul nostro territorio.

Da diversi mesi il ministro ha adottato una visione piuttosto tragica, caratterizzata dalla necessità di mettere al corrente gli italiani delle difficoltà che nel prossimo futuro potrebbero incontrare. Il ministro della Difesa non ha mai nascosto le sue preoccupazioni riguardanti i due conflitti in corso e non ha mai evitato di mettere in guardia il Paese dalle possibili conseguenze degli eventi attuali. In questo caso, Crosetto ha spiegato che al momento il conflitto tra Iran e Gerusalemme non permette diescludere nulla“, nemmeno l’uso di armi nucleari.

I pericoli per l’Italia dopo il conflitto tra Iran e Israele

Il ministro ha comunque sottolineato che al momento non vi sonosegnali concreti di imminente impiego di armi nucleari da parte di Israele“, eppure l’attenzione deve rimanere alta perché in ogni conflitto ci sono migliaia di variabili che potrebbero modificarne l’esito. Il lavoro dell’Italia è quindi quello di collaborare per la de-escalation, ovvero per evitare che questo conflitto prosegua troppo a lungo o coinvolga nuove realtà mediorientali, ma anche occidentali.

Il secondo pericolo, quello degli attacchi terroristici nel caso dell’Italia è limitato ad “atti dimostrativi da parte di gruppi radicalizzati“, come spiegato dal titolare della Difesa, che ha però voluto specificare che i servizi di intelligence della nostra Nazione, in coordinamento con le forze dell’ordine, sono al lavoro per tenere sotto controllo questi soggetti. “Sono stati rafforzati i dispositivi di sicurezza in tutto il Paese, ma senza creare allarmismi“, ha poi annunciato Guido Crosetto.

L’Italia è mobilitata per tenere al sicuro la sua popolazione e il ministro sembra piuttosto soddisfatto del lavoro portato avanti finora. La strada da percorrere è però ancora lunga, con il Paese che deve adeguarsi alle nuove richieste della Nato – con il 5% del Pil impiegato per il riarmo – e sopperire al contempo agli arsenali vuoti a causa dei bisogni dell’Ucraina.

Crosetto: “Il 5% del Pil nella difesa e sicurezza sarà raggiunto in 10 anni”

Anche su questi argomenti, il ministro della Difesa ha le idee chiare soprattutto irremovibili. Sulla questione delle spese militari, Crosetto ha ricordato che il 5% sarà diviso tra un 3,5% per la difesa e un 1,5% per la sicurezza. Un impegno che in Italia rappresenta ben 40 miliardi di euro. L’obiettivo è dunque raggiungibile? Il membro di FdI ha spiegato che l’Italia può sopperire a queste richieste ma solamente se le tempistiche saranno adeguate. “Sarà ragionevole fissare il traguardo al 2035, con un aumento massimo dello 0,2% annuo, così da renderlo compatibile con il nostro bilancio“, ha spiegato il ministro, aggiungendo che in questo modo il governo non sarà costretto ad effettuare tagli ai settori della sanità, del welfare e dell’istruzione.

Sul ReArm Europe, ovvero il libro bianco del riarmo presentato da Ursula Von der Leyen, Crosetto ha voluto ricordare come si tratti al momento di “un’idea che lascia agli Stati la libertà di contribuire secondo le proprie capacità“. In questo senso, l’Italia non deve sentirsi minacciata, né obbligata ad effettuare determinate azioni. Ultimo, ma non per importanza, Crosetto ha poi affrontato il tema dell’invio delle truppe in Ucraina.

La nostra Nazione è ancora schierata fermamente al fianco dell’Ucraina, ma con dei limiti ben definiti. “Sarebbe surreale inviare truppe in Ucraina“, ha tuonato il titolare della Difesa, per poi aggiungere che ora anche il gruppo dei Volenterosi sembra essere giunto alla stessa conclusione. A questa concretezza io e il premier Meloni eravamo arrivati già mesi fa“, ha poi voluto rivendicare il ministro, confermando che l’Italia – per Costituzione – è impossibilitata ad inviare soldati in teatri di guerra.

Ora, resta da comprendere quanto le visioni e le premonizioni di Guido Crosetto siano destinate ad avverarsi. Il conflitto in Medio Oriente, intanto, preoccupa l’intera opinione pubblica internazionale. La paura del nucleare, dopo decenni in cui il suo utilizzo è stato stigmatizzato, torna a popolare gli incubi della cittadinanza, consapevole che, nel caso di utilizzo di armi atomiche, si potrebbe giungere ad un punto di non ritorno.

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