Crosetto nega pericoli per i contingenti italiani: “Non siamo un obiettivo della guerra in Iran”

In ogni caso, l'entrata nel conflitto degli Stati Uniti ha provocato un cambio totale dello scenario, destinato ad aprire "una crisi molto più grande". Questa è la lettura data da Guido Crosetto delle tensioni crescenti nella regione mediorientale, dove è possibile che nelle prossime ore o nei prossimi giorni possano verificarsi nuove escalation

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Gli Stati Uniti hanno anticipato di qualche settimana il piano di attaccare l’Iran e ora l’intera zona euroatlantica dovrà fare i conti con questa decisione. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, è intervenuto nell’edizione straordinaria del Tg1 di questa mattina, per cercare di spiegare i dettagli delle operazioni in corso e soprattutto per rincuorare la popolazione sul ruolo che in esse rivestirà il nostro Paese.

Innanzitutto, il titolare della Difesa ha voluto ricordare che da giorni i contingenti italiani sono stati messi al sicuro. Nessuna azione di particolare complessità, ma solamente lo spostamento di alcuni nuclei che si sarebbero trovati in una situazione critica nel caso di un attacco statunitense all’Iran. Ma, quindi, il nostro Paese era stato avvisato in anticipo dell’offensiva statunitense?

Il ministro ha eliminato anche questo dubbio, chiarendo che l’Italia non era stata informata ma aveva previsto un possibile attacco studiando gli spostamenti delle milizie Usa. “Alcuni spostamenti di aerei americani ci avevano dato la ragionevole certezza” di un possibile attacco, ha spiegato Crosetto, dimostrando che ogni operazione lascia sempre dietro di sé alcuni dettagli fondamentali.

Crosetto: “I contingenti a rischio sono stati spostati”

Nella consapevolezza che “nelle ore successive potesse accadere qualcosa“, il nostro governo ha deciso di muovere alcuni contingenti del nostro esercito per garantire loro la salvaguardia che necessitano. Sui motivi dell’attacco Usa a Teheran, poi, Crosetto ha dimostrato di non avere dubbi. “Il sito nucleare di Fordow è il punto di interesse principale di Israele, perché al centro del programma nucleare iraniano“, ha spiegato, aggiungendo che gli Stati Uniti sono entrati nel conflitto per sopperire all’incapacità israeliana di distruggere questa base.

Gli unici a possedere esplosivi abbastanza potenti da creare danni a questa centrale nucleare, scavata all’interno di una montagna e si trova a 90 metri di profondità, sono solamente gli Stati Uniti. “I bombardieri americani che possono impegnare un tipo di bombe che hanno la capacita’ di penetrazione sottoterra più elevata al  mondo“, ha chiarito il ministro della Difesa.

In ogni caso, l’entrata nel conflitto degli Stati Uniti ha provocato un cambio totale dello scenario, destinato ad aprire “una crisi molto più grande“. Questa è la lettura data da Guido Crosetto delle tensioni crescenti nella regione mediorientale, dove è possibile che nelle prossime ore o nei prossimi giorni possano verificarsi nuove escalation. “Da parte dell’Iran c’è da attendersi una risposta molto più forte che rischia di allargarsi a tutti gli obiettivi americani“, ha sostenuto, dichiarando che il conflitto potrebbe non essere più limitato ad attacchi e bombardamenti ma anche alla chiusura dello stretto di Hormuz.

Crosetto: “I contingenti italiani non sono un pericolo”

Per quanto riguarda il ruolo del nostro Paese nel conflitto, il ministro ha cercato di essere il più chiaro possibile, riprendendo anche alcune dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi. “Gli italiani non sono coinvolti e non sono neanche obiettivo“, ha sostenuto convinto, tralasciando però lo spinoso argomento delle basi militari Usa presenti sul nostro territorio.

Fino ad oggi queste non sono state utilizzate dagli Stati Uniti, in quando affinché ciò avvenga le autorità americane dovrebbero chiedere autorizzazione allo Stato italiano, chiarendo anche i motivi per cui vorrebbero utilizzare queste basi. Una richiesta che non è ancora giunta all’Italia e che quindi esclude che queste possano essere state utilizzate per bombardare l’Iran.

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