Crosetto firma per la difesa anti-aerea di Kiev: “L’Italia contribuirà”

Guido Crosetto e Boris Pistorius hanno firmato una lettera di intenti per una Coalizione integrata di capacità di difesa aerea e missilistica, che fornisca all'Ucraina le batterie per la difesa antiaerea di cui ha bisogno. Una risposta alle richieste di Zelensky e un tentativo di adeguarsi alle richieste Ue sul fronte delle spese militari

Redazione
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Il futuro dell’Ucraina sembra nelle mani degli esponenti politici che in questi giorni hanno raggiunto Washington per partecipare al summit della Nato, dove il punto principale da discutere sarà proprio la possibilità del Paese aggredito dalla Russia di entrare a far parte dell’Alleanza atlantica. Per comprendere quali saranno i prossimi passi da compiere, bisognerà attendere domani, quando verrà pubblicata la relazione finale del vertice.

Nella giornata di ieri, però, il ministro della Difesa Guido Crosetto insieme al suo omologo tedesco, Boris Pistorius, hanno firmato una lettera di intenti per una Coalizione integrata di capacità di difesa aerea e missilistica che fornisca all’Ucraina le batterie per la difesa antiaerea di cui ha bisogno. Una risposta alle richieste di Volodymyr Zelensky, premier ucraino, che ormai da settimane ricorda all’Europa e agli Stati Uniti le difficoltà che il suo Paese sta incontrando sul fronte bellico. L’attacco avvenuto nella notte tra lunedì e martedì sull’ospedale pediatrico di Kiev ha sconvolto il mondo, anche a causa delle brutali immagini pubblicate sui social da coloro che sulla loro pelle continuano a vivere il conflitto.

Il presidente dell'Ucraina Zelensky
Il presidente dell’Ucraina Zelensky

Un attacco che sembrerebbe studiato a tavolino, all’alba del vertice Nato, e che potrebbe aver agevolato le richieste presentate da Zelensky. Il ministro Crosetto sul suo profilo ufficiale di X ha infatti dichiarato: “Continuiamo il nostro aiuto alla capacità di difesa dell’Ucraina. La cronaca di questi giorni ci conferma la necessità di impegno da parte della comunità internazionale per assicurare un adeguato sistema di difesa aerea che protegga i civili innocenti dai missili russi“.

Crosetto: “L’Italia ha contribuito più di ogni altro Paese

Il ministro della Difesa ha voluto sottolineare oggi come il nostro Paese abbia “contribuito più di altri in proporzione alle possibilità che aveva” e ha sostenuto di essere “lieto che anche l’Alleanza Atlantica, dopo l’Ucraina, abbia preso atto di quanto sia stato importante il nostro contributo“. Crosetto ha infatti ricordato come anche il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, abbia ringraziato i Paesi che hanno contribuito alla difesa aerea dell’Ucraina, soprattutto “alla luce di quello che è accaduto ieri“.

Guido Crosetto ha voluto evidenziare come un'”azione congiunta tra Alleati” sia necessaria per “garantire l’approvvigionamento anche nel lungo periodo di sistemi difesa“, in quanto questa necessità si è ormai trasformata in una criticità. “È importante la firma per migliorare la capacità industriale di settore, tramite attività di procurement congiunta a livello europeo” ha poi aggiunto il ministro della Difesa.

Guido Crosetto, ministro della Difesa
Guido Crosetto, ministro della Difesa

Il ministro ha sottolineato, inoltre, come la difesa aerea sia necessaria principalmente per “difendere i civili e a proteggere infrastrutture che non sono militari ma magari ospedali o infrastrutture energetiche“. Il contributo dell’Italia, inoltre, rientrerebbe nelle intenzioni del nostro Paese di rispettare la scadenza del 2028 sulla militarizzazione, che prevede che almeno il 2% del Pil venga utilizzato in investimenti bellici. Per poter raggiungere questo obiettivo, ha dichiarato di voler chiedere “probabilmente alla nuova commissione Ue di interpretare come fattore rilevante gli investimenti per la difesa e quindi di escluderli dal patto di stabilità“.

Crosetto: “Raggiungeremo il 2% del Pil in ogni modo

Il ministro Crosetto ha poi voluto concludere il suo discorso dichiarando che l’Italia, anche nel caso in cui la Commissione non approvi la richiesta presentata, si impegnerà in ogni modo per raggiungere l’obiettivo entro la scadenza del 2028“.

La corsa agli armamenti, partita con l’invasione della Crimea del 2014, va progressivamente aumentando. In questo contesto, la Nato ha imposto anche all’Italia l’aumento delle spese militari, che raggiungeranno il 2% del Pil nel 2028. Un impegno che viene dal lontano e che fu sottoscritto nel 2014 dal governo Renzi a Newport. In quel contesto furono anche previsti ingenti investimenti in equipaggiamenti militari e nelle operazioni svolte dall’Allenza Atlantica. Per dare una misura, nel 2014 la spesa militare italiana ammontava all’1,14% del Pil (1560 mld), poco meno di 18 miliardi di euro (17,784). Nel 2024 supera quota 29 miliardi di euro con un incremento di spesa in 10 anni di oltre il 61%.

Le difficoltà, comunque, non saranno poche. Se il 2%, infatti, può sembrare una cifra irrisoria, è importante comprendere che questo equivale ad oltre 40 miliardi di euro, facendo riferimento al prodotto interno lordo attuale. Una spesa ingente, soprattutto per un Paese che ad oggi è in grave difficoltà a causa del debito pubblico.

Il governo ha però voluto precisare che, secondo disposizioni della comunità europea, le spese di difesa militare, esuleranno dal conteggio del deficit e quindi non influenzeranno il debito italiano. Una scelta che fa sorgere numerosi dubbi, soprattutto in vista delle difficoltà economiche del Paese, che non saranno certamente risolte dalla direttiva dell’Unione europea.

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