Crosetto in allarme sul Libano: “A rischio la stabilità di tutta la regione”

Alla luce di quanto accaduto nelle scorse settimane sembrerebbe essere sempre più indispensabile mettere in atto "la risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza che prevede una fascia tra la Linea Blu ed il fiume Litani, senza armi, se non quelle di Unifil e delle forze armate libanesi"

Redazione
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Il ministro della Difesa Guido Crosetto è tornato a parlare della difficile e delicata situazione in Medio Oriente, aggravatasi nelle ultime settimane a seguito delle offensive portate avanti da Israele in Libano. Ieri, il ministro ha confermato che non sono previsti piani di evacuazione per i soldati italiani della missione Unifil, presenti nel territorio della Blue Line, ovvero la zona cuscinetto a confine tra lo Stato ebraico e il territorio libanese, ma solamente misure di sicurezza per i civili italiani che potrebbero essere evacuati nel momento in cui la situazione divenisse ingestibile.

Nel corso del convegno “Oltre i confini di pace- Remind“, organizzato nella Sala Zuccari del Senato, il ministro ha nuovamente affrontato la questione, soffermando ad analizzare le preoccupazioni e i timori che questa possibile nuova escalation porta con sé. Crosetto non ha potuto evitare di parlare di “situazione di crisi allargata in Medio Oriente“, visti i timori che riguardano il Libano, che potrebbe effettivamente trasformarsi in una nuova Striscia di Gaza.

Crosetto: “Va applicata la risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza

Secondo quanto dichiarato dal ministro della Difesa “il conflitto arabo-israeliano, estesosi al Libano, mette in pericolo tutta la stabilità della regione“. Questa dichiarazione sembra riaccendere gli allarmismi su una possibile escalation regionale, le cui conseguenze potrebbero estendersi anche all’Occidente. Alla luce di quanto accaduto nelle scorse settimane, quindi, sembra essere sempre più indispensabile mettere in atto “la risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza che prevede una fascia tra la Linea Blu ed il fiume Litani, senza armi, se non quelle di Unifil e delle forze armate libanesi“.

Il ministro ha infatti ricordato che negli ultimi anni questa disposizione non è stata rispettata, nonostante il fatto che proprio su quel confine si trovino truppe dell’Onu, impegnate in attività di monitoraggio. Queste, ha voluto sottolineare Crosetto, non hanno mai messo fine al loro lavoro, nonostante le difficoltà che ultimamente il conflitto ha risvegliato. Crosetto ha poi voluto ricordare come l’Italia sia impegnata instancabilmente in “enormi sforzi diplomatici per la pace in Medio Oriente“, anche se questi purtroppo per il momento non hanno “prodotto i risultati sperati“.

Il ministro ha infatti aggiunto che ormai da mesi l’intero Occidente è impegnato in tentativi di dialogo, con la speranza di “spiegare a Israele che la risposta iniziale all’attacco di Hamas doveva essere contenuta entro certi limiti, altrimenti si sarebbe rischiato di innescare una pericolosa  escalation“. Crosetto quindi ha concluso il suo intervento, sottolineando che “la pace in Medio oriente deve essere costruita sulla volontà di tutti i popoli nella Regione di vivere in sicurezza e dignità, in una condizione di normalità che oggi appare ancora lontana“.

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