Le proposte del senatore Paolo Arrigoni, responsabile del dipartimento Energia del partito di Salvini: «Irrealizzabili le idee del Partito Democratico»
Per contrastare il caro energia servono misure a breve termine. Ne è convinto Paolo Arrigoni, senatore della Lega e responsabile del dipartimento Energia del partito del Carroccio.
«Le proposte di Letta e del Pd – spiega Arrigoni – per combattere il caro-energia sono un’autentica presa in giro: già sarà difficile un Price Cap europeo al prezzo del gas perché il mercato Lng è globale, ma addirittura proporre un tetto a livello nazionale del prezzo dell’energia elettrica è pura ideologia. L’elettricità non la produrrebbe più nessuno a meno di fare una montagna di debito pubblico per rifondere gli operatori. Inoltre, chi pagherebbe l’elettricità gratuita a certa utenza, se non altri utenti attraverso un aumento degli oneri di sistema innescando un corto circuito? E’ certamente necessario intervenire drasticamente per scongiurare un autunno drammatico, salvare il potere d’acquisto delle famiglie e i bilanci delle imprese, ma occorre farlo con pragmatismo».
Le ricette della Lega
«La Lega nel proprio programma prevede di prorogare e potenziare le misure che hanno scadenze temporali ravvicinate, come il credito d’imposta alle imprese, la riduzione degli oneri di sistema e delle aliquota Iva, il potenziamento del bonus poverta’ energetica e la riduzione delle accise carburanti; come anche proponiamo di attuare campagne informative per ridurre i consumi, di puntare sull’efficientamento energetico, sullo sviluppo delle rinnovabili e sulla valorizzazione energetica dei rifiuti. Ma ciò non basta e occorre ben altro. A livello paese risulta inevitabile ridurre lo squilibrio tra domanda e offerta di gas, aumentando da subito la produzione nazionale di quello naturale, oltre a quella del biometano, anche per diminuire la nostra dipendenza energetica».
«A livello europeo, oltre al Price Cap, occorre sospendere temporaneamente il mercato Ets che incide molto sul prezzo dell’elettricità, così come occorre una revisione al ribasso degli obiettivi di riduzione della Co2 previsti dal Fit for 55 che ormai si stanno rivelando velleitari».