Contro il Riarmo, Parolin: “Il corteo? Un bene che ci sia”

"No alla guerra, al riarmo, al genocidio e all'autoritarismo" è lo slogan che vede in prima fila Avs e M5s con Giuseppe Conte, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, con la grande assenza di Elly Schlein, in Olande con i Verdi e Socialisti europei

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Rientra nel secondo appello che il Papa ha fatto: il primo sulla conversione del debito e poi quello di costituire un fondo per debellare la fame nel mondo usando i proventi destinati alla costruzione di armi”. Non solo politici, tra le varie personalità che si sono espresse in merito alla manifestazione, bensì anche il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano. A margine di un incontro nell’ambito del Giubileo dei governanti, Sua Eminenza è stato intercettato dai cronisti con la domanda se dalla piazza contro il riarmo possa venire un richiamo in termini di costruzione della pace. Parolin ha replicato che “è bene, è bene che ci sia una mobilitazione in generale per evitare la corsa al riarmo“.

E la sinistra si ritrova di nuovo in piazza contro il piano europeo di riarmo dopo lo scorso aprile. Stavolta, però, in ordine sparso. Presenti sotto il sole cocente romano il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, i leader di Avs, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Grande assente, la segretaria del Pd, Elly Schlein, perché impegnata in Olanda al congresso dei socialisti e verdi europei, ma, come precisano dal Nazareno, qualche dem si farà vivo. Una mancanza da non far passare in sordina perché rivela in trasparenza la frattura interna al partito proprio sul tema del RearmUe, a cui i riformisti che all’Eurocamera votarono a favore.

La sinistra scesa in piazza non è, quindi, al completo. A dare forfait, anche Italia Viva, Azione e +Europa, che fin dal principio si sono mostrati critici nei confronti di un’unica piattaforma unita e compatta contro Israele, Ue e Nato. Carlo Calenda, leader di Az, non ha esitato a commentare la manifestazione: “È tutto un gioco di piazze. Noi non andremo in nessuna piazza. Se Dio vuole, porto mia figlia al mare“. Una dichiarazione che potrebbe aver suscitato lo sfottò nei confronti del leader con il coro di un gruppo di manifestanti: “Se si va in guerra al fronte va Calenda“.

A vedere uniti Avs, M5s e Pd è stata la mozione mossa contro il Governo Meloni per chiedere l’immediato termine della “cooperazione militare con Israele”, presentata proprio poco prima dell’inizio della manifestazione.

Il programma del corteo contro il riarmo

La manifestazione si inserisce nella settimana di mobilitazione continentale contro il vertice Nato a L’Aja, che il prossimo 25 giugno deciderà i dettaglio del piano di riarmo da 800 miliardi varato dall’Unione europea e proporrà ai Paesi membri di aumentare le spese militari fino al 5% del Pil. Con il presupposto che il piano della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, “renderà la guerra più probabile, e il futuro più insicuro” oltre a produrre “più debito, più austerità, più confini“, i promotori attraversano Roma partendo da piazzale Ostiense arrivando fino al Colosseo.

Corteo contro il riarmo, bandiera palestinese
Corteo contro il riarmo, bandiera palestinese

Qui, il grande flash mob che vede i manifestanti sono chiamati a stendersi a terra, simulando le vite falciate a Gaza, mentre di sottofondo, un audio registrato sul campo rimanda il fragore dei bombardamenti. Insomma, un’esperienza multisensoriale con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della guerra e delle sue conseguenze oltre a riportare l’attenzione sulla crisi nella Striscia. In concomitanza, le vie della Capitale, vedono sfilare anche il corteo organizzato da Potere al Popolo, dal movimento degli studenti palestinesi e da Cambiare Rotta.

Stop Rearm Europe ” è stato promosso da circa 500 organizzazioni sociali, sindacali e politiche fra Arci, Acli, rete Fermiamo la guerra e svariate ong, Ferma il Riarmo (Sbilanciamoci, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione Perugia Assisi, Greenpeace Italia), Attac e Transform Italia. Una piazza che assume, quindi, un forte valore simbolico anche per l’escalation in Medio Oriente dovuta ai bombardamenti incrociati tra Israele e Iran, una guerra che potrebbe vedere anche il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti di Donald Trump.

Bandiera israeliana in fiamme
Bandiera israeliana in fiamme

Un grande striscione dove campeggia la scritta “Fermare Israele, fermare la terza guerra mondiale” apre il corteo della manifestazione, mentre al microfono, un attivista denuncia: “La priorità è fermare il genocidio a Gaza, la guerra in Ucraina, l’attacco terrorista di Israele all’Iran”. Si sono anche viste bruciare bandiere dello Stato ebraico.

Conte: “Pd? Ogni partito fa sintesi al suo interno”

Corteo contro il riarmo, il leader 5s, Giuseppe Conte
Corteo contro il riarmo, il leader 5s, Giuseppe Conte

Io non devo parlare con singoli componenti degli altri partiti, ogni partito fa sintesi politica al proprio interno“. Risponde così Giuseppe Conte in merito ad un suo commento sull’assenza di Schlein e del boicottaggio del Pd al corteo. “L’importante – dice l’ex premier – è che noi anche alle elezioni europee siamo stati molto chiari, dicendo che i nostri europarlamentari eletti sarebbero stati con noi costruttori di pace e lo saranno per cinque anni coerentemente, in modo lineare“. Poi gli altri partiti fanno sintesi al proprio interno“.

Insomma, l’adesione è stata lasciata alla libera scelta degli esponenti dem e Conte non entra “nel campo altrui“. Si tratta di battaglie “troppo importanti, le abbiamo allargate anche con respiro europeo” nell’ottica del 24 giugno quando il M5s sarà all’Aja. E anzi, “per sospendere il memorandum di cooperazione militare tra Italia e Israele abbiamo firmato una mozione unitaria e il Pd c’è stato“, quindi il leader pentastellato desidera sottolineare anche tutti quei “passi congiunti e positivamente compiuti insieme”.

Il leader pugliese ha rilanciato anche l’appello fatto alle forze politiche europee che condividono la stessa valutazione di “folle corsa al riarmo e all’escalation militare“. L’obiettivo dei 5s è creare “un confronto permanente, una rete per contrastare sul piano politico europeo e internazionale questa corsa al riarmo”.

Fratoianni: “Campo largo più unito che rotto”

Da Avs, la voce è di rassicurazione, con il leader Nicola Fratoianni che non vede nessun tipo di faida nell’assenza del Pd alla manifestazione. “Tutto viene letto in chiave rottura del campo largo, questo campo è più unito che rotto“, ribadisce sottolineando come questa sia “una manifestazione giusta e chi dice che è pro ayatollah dice una sciocchezza“.

Bonelli: “Meloni umilia l’Italia”

Il secondo volto di Avs, Angelo Bonelli, invece, si cimenta nel calcolare il famoso 5% delle spese per armamenti e ritorna sul fatto che sottrarrà risorse a sanità e scuola. Riferendosi a Giorgia Meloni, il leader si concede una stoccata: “Ha umiliato l’Italia, perché l’Italia non ha più una politica estera, è la politica estera di Trump e Netanyahu e noi facciamo quello che ci chiedono di fare“.

E la prova del nome, per Bonelli sarebbe proprio “ieri a Ginevra non c’eravamo perché Trump non riconosceva quell’incontro e allora Meloni non ha mandato il nostro ministro degli Esteri. Siamo diventati una colonia, complici degli orrori di Gaza, e noi non vogliamo essere complici di una guerra globale che rischia di essere anche nucleare“. Il leader di Avs, poi, punta i piedi e con un “il mondo è sull’orlo di un baratro“, fa notare come oggi sia necessario scendere in piazza per dire basta “alla pulizia etnica a Gaza, rispetto alla quale i governi occidentali hanno paura di dire la verità, che noi vediamo dalle immagini che ci arrivano“.

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