La promessa del Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte di raggiungere l’Europarlamento per esprimere le proprie preoccupazioni sul futuro dell’Italia e in generale dell’Unione europea è stata mantenuta. A Strasburgo è attualmente in corso una protesta silenziosa contro il Rearm EU da parte dell’ex premier e della delegazione del parlamentari nella tribuna destinata al pubblico del Parlamento Ue.
Subito dopo la conclusione dell’intervento dell’eurodeputato pentastellato, Danilo Della Valle, mentre questo poneva una bandiera della pace al banco dei Commissari, la delegazione dei Cinque Stelle ha mostrato dei piccoli manifesti colorati recanti le scritte: “Basta armi“, “No al riarmo“, “Più lavoro meno armi“. Il presidente del M5S aveva già annunciato ieri la volontà di partecipare a questa protesta, sostenendo che il piano Von der Leyen non sia efficace e soprattutto potenzialmente pericoloso. Grazie a questa protesta, Conte afferma di aver ribadito di non volere “l’Europa delle armi, ma della pace“, perché “l’architettura della sicurezza“, a detta di Giuseppe Conte, si costruisce attraverso i negoziati di pace, mentre però l’Europa continuerebbe a perseverare su strategie fallimentari.
Leggi Anche
“Il piano ReArm rischia di portare l’Europa in guerra“, ha infatti affermato il leader pentastellato, ricordando che in questo senso Ursula Von der Leyen si sta assumendo una responsabilità importante, senza però avvalersi del voto del Parlamento per una scelta così fondamentale. Così, mentre l’Europa si riarma nell’ottica di garantire una maggiore sicurezza ai suoi cittadini, secondo Giuseppe Conte l’unico sentiero che stiamo seguendo è in realtà quello che alla fine ci porterà verso “un’escalation militare” e verso “un’economia di guerra“. Motivo per cui, il leader pentastellato puntualizza che il Movimento non voterà a favore della proposta di von der Leyen, che “ha recuperato la sua dimensione passata, quella bellica“.
Poi lo sguardo dell’avvocato 5 Stelle si rivolge in casa, dove il Presidente del Consiglio rifilerebbe “l’ennesima presa in giro”, ovvero l’aver proposto di cambiare nome da ReArmEu a Defence Europe del piano di von der Leyen, che “almeno lei ci mette la faccia e parla chiaramente di riarmo“. Conte ricorda che la stessa Presidente della Commissione ha escluso l’ipotesi di costruire il piano dell’InvestEu, che, invece, il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti cerca di proporre e sostenere. “E’ un gioco delle parti tra Meloni e Giorgetti” affonda il leader del M5s aggiungendo che in questo scenario poi “alla fine la Lega vota tutto quello che c’è da votare, farà gran cassa ai pacifisti ma poi non succederà nulla“.
In riferimento alla manifestazione che si terrà in piazza il prossimo 15 marzo organizzata dal Michele Serra, Conte dice di apprezzare l’intervento attivo del giornalista che ha chiarito il suo personale punto di vista contro questo piano di riarmo, “e gli fa onore“. Ma “oggi manifestare per questa Europa significa manifestare per il riarmo“, in quanto il dibattito a Strasburgo di oggi ha visto istituzioni europee, von der Leyen, Costa e maggioranza di tutti i parlamentari esprimersi a favore del piano.
Quindi, secondo l’ex premier, “i cittadini non possono essere sottoposti a un’ambiguità, a un’incertezza di una piazza dove sicuramente il promotore ha una buona fede e ha una sua opinione personale, ma subito dopo sono intervenuti tantissimi altri esponenti a dire che porteranno le bandiere dell’economia di guerra e della guerra“. Motivo per cui, infatti, il leader pentastellato non scenderà in piazza.
Dunque, sembra sempre più necessario trovare una soluzione, per questo i membri del M5S hanno deciso di recarsi a Strasburgo per protestare contro “un’Europa bellicista che ci fa orrore“. Una linea di pensiero condivisa anche con la segretaria del Pd, Elly Schlein, convinta di dover dare vita a nuovi investimenti per realizzare una difesa comune. Eppure i due leader del centrosinistra sembrano piuttosto distanti sulle modalità con cui realizzare tale difesa, allentando ancora di più la vicinanza tra i due partiti.
Conte: “Quello che serve ora è una difesa comune”
“Ciò che serve è una efficiente difesa comune europea e non riarmare i singoli Stati“, ha spiegato il presidente del M5S, chiarendo che la logica delle deterrenza in questo specifico caso non regge, in quanto la Russia è ben più organizzata e armata rispetto all’Ue. “Quanto tempo e soldi servirebbero per arrivare alle seimila testate nucleari della Russia?“, ha infatti chiesto Conte, ricordando che per ora ogni decisione adottata dall’Ue sarà comunque in ritardo rispetto a quello che serve realmente.
Rispetto alla vicinanza di idee con Elly Schlein, Conte ha riconosciuto alla segretaria la capacità di critica nei confronti della retorica bellicistica Ue, ma ha voluto mettere in guardia la segretaria sulle sue parole riguardanti il NextgenerationEu. “Questo modello fu concepito e attuato per ridare speranza alle giovani generazioni dopo la pandemia, eviterei di accostarlo a prospettive di difesa e investimenti militari“, ha spiegato il presidente pentastellato, aggiungendo che dal suo punto di vista la strada giusta da seguire non è quella di introdurre nuovi investimenti ma di “razionalizzare quelli già programmati da vari Stati“.
Conte, però, ha voluto mettere in chiaro che il fronte pacifista italiano in questo momento si divide tra chi ha veramente delle motivazioni valide e chi invece usa questa battaglia per un suo tornaconto personale. “Il pacifismo della Lega serve solo a dare fastidio a Meloni“, ha spiegato il pentastellato, aggiungendo che al contrario il M5S è sempre rimasto fedele alle sue convinzioni, “anche quando siamo finiti ingiustamente nella lista dei filo-putiniani“.
© Riproduzione riservata