Conte contro Renzi: il veto che rischia di spaccare il centrosinistra

Il leader del M5S respinge l'alleanza con Renzi, mettendo in crisi la coalizione di centrosinistra in vista delle Regionali

Redazione
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È ancora una volta Giuseppe Conte a scuotere il fragile equilibrio del “campo largo” voluto dalla segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein. La leader dem, determinata a guidare la coalizione con una visione unitaria e risoluta, aveva espresso la speranza di navigare senza ostacoli verso le imminenti sfide elettorali, a partire dalle Regionali. Tuttavia, il veto del leader del Movimento 5 Stelle su una possibile alleanza con Matteo Renzi e Italia Viva sta minando questo progetto, soprattutto in Liguria, dove la situazione appare particolarmente critica.

Conte è fermo nella sua posizione: nessun accordo con Renzi. “Molti mi fermano per strada e mi implorano di non imbarcare Renzi”, ha dichiarato Conte, esprimendo la paura diffusa tra i suoi sostenitori riguardo alla potenziale “capacità demolitoria” dell’ex premier. Il leader pentastellato teme che un’alleanza con Italia Viva possa allontanare sia gli elettori del M5S che una parte significativa di quelli del PD. La sua linea sembra quindi chiara: l’alleanza con Renzi non si farà.

Il veto di Conte ha ripercussioni ben oltre i confini liguri e rischia di compromettere anche la costruzione di un’alternativa solida al governo di Giorgia Meloni. Anche Stefano Patuanelli, capogruppo del M5S al Senato, ha ribadito la posizione del Movimento: “Non si possono fare alleanze con Renzi,” ha dichiarato dal Meeting di Rimini, ponendo l’accento sulla mancanza di fiducia che secondo lui rende impossibile una collaborazione seria.

Regionali Sardegna Alessandra Todde e Elly Schlein
Regionali Sardegna Alessandra Todde e Elly Schlein

Sul fronte opposto, Italia Viva non resta in silenzio. Raffaella Paita, coordinatrice del partito, ha definito il veto di Conte “provocatorio e sbagliato”, pur riconoscendo le difficoltà interne del leader pentastellato. Secondo Paita, il contributo del centro riformatore è fondamentale per contendere la Regione Liguria al centrodestra, e un’alleanza basata esclusivamente sulla sinistra potrebbe rivelarsi un percorso difficile.

Anche all’interno del PD, il dibattito è acceso. Andrea Orlando, che da settimane è il nome più quotato per la candidatura unitaria in Liguria, ha lanciato un ultimatum alla coalizione, invitando a non perdere tempo prezioso e a valutare alternative se la sua candidatura non dovesse essere accolta. Tra i possibili candidati, oltre a Orlando, si fa il nome del senatore pentastellato Luca Pirondini, ma la strada verso una soluzione condivisa appare in salita.

Intanto, dalla Sardegna, la governatrice Alessandra Todde si inserisce nella discussione, sottolineando che allargare il campo non vuol dire accettare tutti i compromessi”. Anche Azione, per voce di Osvaldo Napoli, critica la linea politica disegnata da Conte, affermando che senza un chiarimento di fondo con il PD sarà difficile costruire una vera alternativa.

In questo clima di tensione, Pierluigi Bersani tenta di mantenere la rotta: “Bisogna trovare una soluzione che dica no ai veti e no alle ambiguità”, ha dichiarato, cercando di richiamare la coalizione a un’unità di intenti che al momento sembra lontana. Con le elezioni regionali all’orizzonte, il destino del campo largo è appeso a un filo, e le prossime mosse dei suoi leader saranno decisive.

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