Settanta anni dalla morte di De Gasperi, Fontana: “Pioniere dell’Europa unita e pacificata”

La presidente del Parlamento Ue è intervenuta alla commemorazione tenutasi nella Camera dei deputati con un discorso sull'importanza e l'eredità degli insegnamenti di De Gasperi; La fondazione De Gasperi, di cui è presidente Angelino Alfano, ha riconosciuto in Mattarella l'erede degli ideali degasperiani, tra gli applausi dei presenti

Redazione
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Si è tenuta questa mattina in Aula alla Camera dei deputati la commemorazione per i 70 anni dalla morte di Alcide De Gasperi, fondatore della Democrazia Cristiana e Presidente del Consiglio in 8 successivi governi di coalizione, dal dicembre 1945 ad agosto 1953. All’evento hanno partecipato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e i familiari di De Gasperi.

Nel corso delle celebrazioni, il presidente Sergio Mattarella è stato insignito di una importante onorificenza, anche se non di carattere materiale. Il presidente della Fondazione De Gasperi, Angelino Alfano, anch’egli presente alle celebrazioni, ha infatti avuto il compito di annunciare pubblicamente una decisione presa dalla fondazione, che riconosce nel presidente Sergio Mattarella, nella sua persona, nel suo metodo, nella sua saggezza, nel suo stile con cui interpreta le più alte prerogative della più alta magistratura della Repubblica, l’inverarsi più autentico degli ideali degasperiani di libertà, patria, pace e prosperità nella giustizia sociale“.

Chi era De Gasperi: importante per la democrazia, l’Italia e l’Europa

De Gasperi è stato l’ultimo capo di governo del Regno d’Italia e il primo dell’Italia repubblicana. Fu quindi il padre fondatore dello Stato repubblicano e svolse un ruolo importante per il consolidamento del concetto di democrazia e libertà in Italia. Di seguito una sua celebre frase: “Il futuro non verrà costruito con la forza, nemmeno con il desiderio di conquista ma attraverso la paziente applicazione del metodo democratico, lo spirito di consenso costruttivo e il rispetto della libertà”. 

Inoltre promuoveva la cooperazione internazionale come base per la pace. Infatti ha portato all’adesione dell’Italia al piano Marshall e alla NATO e si è battuto per l’unità europea, perché era convinto che solo in questo modo si potevano prevenire futuri conflitti.

Il discorso di apertura di Fontana e le dichiarazioni di Metsola

La commemorazione è iniziata con il discorso del presidente della Camera, Lorenzo Fontana: “De Gasperi è stato uno dei padri fondatori della Repubblica Italiana. È stato artefice della ricostruzione post bellica del nostro Paese e pioniere dell’Europa unita e pacificata. Egli ha svolto un ruolo cruciale nella scelta euroatlantica dell’Italia e nella promozione del processo di integrazione europea”.

La presidente del Parlamento Ue Metsola nel suo intervento ha dichiarato che “la vita di De Gasperi è una testimonianza del potenziale di ogni individuo che osa sognare, che ha audacia di agire e il coraggio di mantenere la rotta”. Questo costituisce l’essenza della storia dell’Europa e De Gasperi comprese che “per dare un futuro all’Italia serviva dare un futuro all’Europa”. Capì che era necessario trovare compromessi, ma non sui valori in cui credeva e “in cui oggi tutti noi crediamo”. 

Una lezione che per Metsola ha insegnato De Gasperi è quella che “c’è più da guadagnare che da perdere” quando i paesi e i popoli stanno insieme. L’Europa, ha affermato, non cerca di rendere tutti uguali, ma di accogliere le differenze e permettere a tutti di realizzare il proprio potenziale. De Gasperi voleva questo tipo di Europa, “in cui i confini non limitano le ambizioni, in cui la cooperazione porta a una prosperità condivisa”. E è nostro compito continuare a costruirla in questo senso per i posteri. “Un’Europa basata su valori che offrono soluzioni. Oggi e ogni giorno lo ricordiamo. Onoriamo la sua eredità e realizzeremo la sua visione”. 

Riguardo ai migranti, Metsola ha spronato a togliere la “tossicità” dal dibattito sulla migrazione, “che è strettamente legato alla sostanza di cosa significhi essere europei”. E questo si può fare con l’approccio europeo che è incentrato sull’uomo, “senza mai dimenticare che stiamo parlando di esseri umani, e non di statistiche senza volto”. Ha aggiunto che nel 1951 quando De Gasperi parlava della necessità di difenderci dall’interno “voleva dire che dobbiamo fare di più sullo sviluppo di una cultura di comprensione reciproca”. 

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