Ciriani: “Nell’Ue il voto di Ecr a Von der Leyen non sarà gratis”

"Conosco molto bene la determinazione e la capacità di Meloni. Non darà nessun voto gratis, il ruolo dell'Italia e di Ecr sarà difeso con le unghie e con i denti" ha dichiarato il ministro a Sky Start

Redazione
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Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento, ha affrontato nello studio di Sky Start alcuni degli argomenti che principalmente interessano il governo e il nostro Paese, alla vigilia dell’inizio delle ferie estive in Parlamento e soprattutto all’alba del voto sul secondo mandato di Ursula Von der Leyen. Due scadenze cruciali che, ciascuna con le sue caratteristiche, interessano l’Italia. Da un lato, i dossier aperti sul tavolo delle commissioni parlamentari sono molteplici e tutti relativamente urgenti, dall’altro la posizione della Nazione a livello europeo interessa tutti, non solo il premier Meloni.

Il ministro ha chiarito che l’esame dei decreti che dovranno essere convertiti in legge prosegue a ritmi serrati, eppure i lavori in Parlamento sembrano richiedere sempre più tempo rispetto a quanto vorrebbe la popolazione. “C’è un problema struttura del Parlamento che fatica ad approvare in tempi rapidi. I tempi del Parlamento, della politica, non corrispondono spesso alle attese della popolazione che chiede risposte immediate” ha infatti spiegato Ciriani, sostenendo comunque che il clima nelle Aule è quello del rispetto, soprattutto nei confronti delle richieste delle opposizioni.

Per quanto riguarda il voto su Ursula Von der Leyen, Ciriani è stato ben più duro e deciso: “Conosco molto bene la determinazione e la capacità di Meloni. Non darà nessun voto gratis, il ruolo dell’Italia e di Ecr sarà difeso con le unghie e con i denti“. Insomma, la partita per l’attuale presidente della Commissione uscente sembra più dura del previsto, perché il premier non ha intenzione di abbandonare la sue pretese, con l’obiettivo di far ottenere all’Italia i ruoli esecutivi e cruciali che merita.

Ciriani: “In Europa chiediamo che venga rispettato il ruolo dell’Italia

Luca Ciriani ha voluto sottolineare come il fattore del risultato delle elezioni europee abbia influito pesantemente sulle decisioni prese da Giorgia Meloni a Bruxelles. “le elezioni europee hanno certificato che il governo italiano è l’unico uscito rafforzato. Meloni, a differenza di Spagna, Germania e Francia è una leader più forte di quanto non fosse prima del voto – ha spiegato il ministro – L’Italia è un Paese fondatore, un Paese del g7, la seconda economia manifatturiera d’Europa, non può essere tenuta ai margini della Commissione europea“.

Europee, Giorgia Meloni
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni

Da qui le richieste avanzate dal Presidente del Consiglio, che vuole per il nostro Paese incarichi e ruoli importanti, che lo riportino al centro dell’esperienza europea. “Dal punto vista più partitico, l’Ecr ha chiesto un cambio rotta su green deal e immigrazione. Il ruolo internazionale dell’Italia, la difesa dell’interesse nazionale e il cambiamento di alcune politiche scriteriate ultimi cinque anni” ha aggiunto Ciriani, sostenendo che proprio in base alle decisioni di Von der Leyen su questi dossier, “Meloni deciderà l’atteggiamento che avremo“.

Ciriani: “Su alcuni decreti ci siamo dati la scadenza del 9 agosto

Entro la sosta per le vacanze ci sono alcuni decreti che il Parlamento deve convertire entro la scadenza, ci siamo dati come termine massimo 7-8-9 agosto. Ci sono quelli sulle carceri, sull’edilizia, sulle liste d’attesa, sulla protezione civile nei Campi Flegrei” ha spiegato il ministro per le relazioni con il Parlamento, chiarendo che non tutti i lavori saranno conclusi prima di settembre e che alcuni quindi dovranno essere riesaminati a seguito della pausa estiva.

Elly Schlein, bracciante morto a Latina
Elly Schlein, segretaria del Pd

Sul premierato e la riforma delle carriere dei magistrati, Ciriani ha dichiarato che “sono entrambe riforme costituzionali all’esame della prima commissione alla Camera e gioco forza dovranno essere abbinate“. Queste probabilmente finiranno il loro esame a settembre e per quanto riguarda il premierato, il ministro ritiene che “il referendum sia inevitabile“. Per quanto riguarda, invece il decreto Sanità, Ciriani ha risposto criticamente alle accuse di Elly Schlein, sostenendo che “la segretaria ha detto che dobbiamo raggiungere il 7,2-7,5% del Pil in termini spesa sanitaria ma non ci ha spiegato come coprire le spese. Se uno fa una proposta ma non spiega come trovare le risorse, quella proposta non esiste“.

Ciriani ha però sostenuto di non avere intenzione di aprire un tavolo di trattative con il Pd, perché “noi abbiamo già fatto uno sforzo notevole nella legge finanziaria, e lo faremo ancora. Ma quando si parla di sanità e risorse finanziarie bisogna essere seri. Se si promette l’aumento della spesa bisogna dire come lo si copre. Questa proposta non c’è, e siccome dobbiamo ragionare in maniera pragmatica, attendo di capire la proposta del Pd“.

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