Ciriani sull’Emilia Romagna: “Basta scontri, ora bisogna gestire l’emergenza”

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento ha sostenuto che l'Emilia Romagna stia subendo le conseguenze di una gestione disastrosa durata per ben 30 anni. Ora però, le forze di governo devono mettersi al lavoro per costruire un futuro più sicuro e senza emergenze

Redazione
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Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha criticato duramente lo scontro che maggioranza e opposizione hanno messo in campo subito dopo la catastrofica alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna. Un evento climatico che ha riacceso i conflitti tra centrodestra e centrosinistra, in previsione delle elezioni Regionali che si svolgeranno il prossimo novembre e in cui la coalizione di governo vorrebbe tentare di avere la meglio.

Questo è il momento di soccorrere le persone e di gestire l’emergenza” ha infatti dichiarato Ciriani, sottolineando però che dal suo punto di vista “con le alluvioni non si prendono voti“. Il ministro ha infatti ricordato che in Friuli Venezia Giulia le opere di bonifica e rafforzamento sono state realizzate da amministrazioni bipartisan e grazie a questo sforzo condiviso i cittadini possono godere dei risultati. “Senza queste opere saremmo sotto l’acqua ogni anno” ha sottolineato, evidenziando come sia il momento di lasciare da parte le ostilità anche in Emilia Romagna per lavorare insieme affinché la Regione possa finalmente lasciarsi alle spalle queste cronache tragiche.

Il ministro, inoltre, ha affrontato in un’intervista a La Stampa i fatti di attualità che più interessano al Paese. Da caso Open Arms, al delicato tema dell’Ucraina, fino al caso dossieraggio e alle accuse di Crosetto nei confronti del segretario Mantovano. Situazioni di crisi che, però, secondo Ciriani non sarebbero talmente gravi da mettere in pericolo la tenuta del governo.

Ciriani: “Spero che Figliuolo rimanga per un secondo mandato

Luca Ciriani ha sostenuto che le accuse del ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, nei confronti della Regione non siano riferite specificamente alla cattiva gestione dei fondi sulle alluvioni, ma facciano riferimento alla “gestione del territorio negli ultimi 30 anni“, non ritenuta saggia e ponderata. All’interno di questo quadro, quindi, la figura del generale Figliuolo sarebbe marginale, poiché questo avrebbe fatto il massimo con le risorse a sua disposizione.

Generale Francesco Figliuolo
Il generale Francesco Figliuolo

Il ministro ha poi sostenuto che personalmente nutre una profonda stima nei confronti di Figliuolo e che le sue speranze sono riposte nella possibilità che esso rimanga Commissario all’Emergenza anche per un secondo mandato, visto che il suo scadrà il prossimo dicembre. Ciriani, quindi, non sostiene la possibilità che il ruolo di Commissario nel 2025 possa coincidere con quello del nuovo governatore che sarà eletto a fine novembre.

Ciriani: “Il processo di Salvini è stato politicizzato

Trattando poi del processo Open Arms, che vede il vicepremier Matteo Salvini accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver rallentato le procedure di sbarco in Italia di circa 170 miranti, Ciriani tenta di mantenere una linea moderata, sostenendo che questa vicenda dimostri come sia necessaria una riforma della giustizia, ma al contempo protegga la gran parte dei magistrati che “lavora con serietà“.

Pensioni, il vicepremier leghista Matteo Salvini
Il vicepremier leghista Matteo Salvini

Secondo il ministro, però, il processo contro Matteo Salvini sarebbe “del tutto politicizzato“, per questo il governo è giunto in sua difesa. Incalzato sulle critiche rivolte al governo per i contrasti contro i magistrati, Ciriani ha tuonato: “I giudici che dovranno applicare la legge possono criticarne l’approvazione, mentre la politica non può parlare di processi?“.

Ciriani: “Per sostituire Fitto non servirà un rimpasto

Il ministro ha poi affrontato il tema europeo della nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente della Commissione Ue con deleghe alle Riforme e alla Coesione, sottolineando come questo sia un risultato di grande successo per l’Italia. Innanzitutto Luca Ciriani ha chiarito che l’allontanamento di Fitto dalla carica di ministro per gli Affari europei non richiederà un rimpasto di governo, perché basterà “un aggiustamento“, su cui starebbe lavorando Palazzo Chigi.

Inoltre, il ministro per i Rapporti con il Parlamento ha sostenuto che sin dalle scorse elezioni europee è stata messa in campo una strategia contraria al lavoro del premier Giorgia Meloni, duramente attaccata per le sue decisioni in materia di comunità europea. “C’è un tentativo patetico di svilire il grande risultato ottenuto da Giorgia Meloni” ha infatti dichiarato Ciriani, aggiungendo che “le deleghe ottenute da Raffaele Fitto sono molto pesanti. Capisco la delusione di chi aveva previsto l’isolamento dell’Italia dopo il voto negativo di FdI a Von der Leyen, ma forse a qualcuno è sfuggito che il commissario rappresenta l’Italia e non il governo italiano“.

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