Sei candidati per il capoluogo calabro, dopo una campagna elettorale ricca di polemiche, fra nomi mancanti e spaccature interne
Settimana di polemiche a Catanzaro in vista delle elezioni comunali di domenica: tra tavoli e riunioni poco fruttuose, candidature annunciate e poi ritirate e un centrodestra diviso che stenta a trovare un nome di spicco. Sono sei i diversi nomi sui cui circa 73mila cittadini saranno chiamati a esprimersi nella giornata del 12 giugno, con eventuale ballottaggio fissato tra due settimane.
Il centrodestra, formato qui da Lega, Forza Italia e Udc, ma orfano di Fratelli d’Italia punta tutto sul docente universitario Valerio Donato.
I meloniani, dal canto loro, sono pronti a supportare l’unica donna scesa in campo per il ruolo di sindaco: Wanda Ferro, vicecapogruppo alla Camera. Completa il cerchio della destra di Catanzaro Antonio Talerico, presidente dell’Ordine degli Avvocati, sostenuto dal pezzo di coalizione in fuga di Noi per l’Italia.
Dal lato della sinistra, il “campo largo” sperato da Enrico Letta si concretizza sotto il nome dell’accademico Nicola Fiorita, che prende il consenso dei dem e dei 5 stelle, seppur i due partiti si presentano con liste e simboli diversi.
Gli strappi e le polemiche, però, non hanno risparmiato, tuttavia, nemmeno il Partito democratico, dopo che a Donato, tirato più volte in ballo come possibile candidato sindaco, è stato preferito l’attuale nome di Fiorita.
Il mosaico elettorale del capoluogo calabrese si chiude con altre due candidature a sindaco, quella di Francesco Di Lieto, anche lui avvocato, vicepresidente nazionale del Codacons e portavoce della sinistra radicale meno transigente che raccoglie le adesioni di partiti come Rifondazione comunista, Potere al popolo e Calabria resistente e solidale e, infine, quella di Antonio Campo, imprenditore locale, già referente di Italexit.
Nell’ampio schieramento di voti, niente è tutto certo in questa domenica di voto: difficili e imprevedibili da considerare sono le variabili del voto disgiunto nonché il crescente tasso di astensionismo che caratterizza gli ultimi tempi.