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Caso Todde, la Consulta salva la governatrice 5s: il Collegio di garanzia non poteva decidere sulla decadenza

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La Consulta salva Alessandra Todde. Ebbene, la governatrice del Movimento 5 Stelle resta alla guida della Sardegna. La regione aveva presentato due ricorsi alla Corte Costituzionale e oggi sono arrivate le sentenze.

La più attesa è quella espressa contro le decisioni del Collegio elettorale che aveva chiesto la decadenza della consigliera e presidente pentastellata della Regione. Di fatto, un provvedimento che avrebbe portato allo scioglimento dell’assemblea e nuove elezioni.

Nelle motivazioni allegate alle sentenze della Corte costituzionale si legge e si spiega che “non spettava allo Stato e, per esso, al Collegio regionale di garanzia elettorale istituito presso la Corte d’appello di Cagliari di affermare, nella motivazione della ordinanza-ingiunzione del 20 dicembre 2024, che ‘si impone la decadenza dalla carica del candidato eletto’“.

E di conseguenza, di disporre “la trasmissione della presente ordinanza/ingiunzione al Presidente del Consiglio Regionale per quanto di Sua competenza in ordine all’adozione del provvedimento di decadenza di Todde Alessandra dalla carica di Presidente della Regione Sardegna“. E così, di quel provvedimento resta in piedi solo la sanzione di tipo pecuniario. La Consulta, inoltre, dichiara inammissibile il conflitto di attribuzioni sollevato sulla sentenza del Tribunale ordinario di Cagliari.

In sostanza, quindi, la Corte costituzionale mette nero su bianco che il collegio regionale di garanzia ha esorbitato dai propri poteri pronunciandosi sulla decadenza della governatrice, in ipotesi non previste dalla legge come cause di ineleggibilità.

Caso Todde, i motivi dell’ingiunzione del Collegio

Occorre però fare anche un passo indietro per comprendere i motivi per i quali il Collegio di sarebbe pronunciato. Tutto parte da un’ordinanza-ingiunzione emessa dal Collegio stesso lo scorso gennaio con cui si segnalavano presunte irregolarità nella rendicontazione delle spese per la campagna elettorale di febbraio 2024, con la quale Todde sarebbe salita alla guida della Sardegna.

I 27 gennaio, la difesa della governatrice pentastellata ha quindi presentato ricorso al Tribunale di Cagliari chiedendo la sospensiva immediata nonché l’annullamento del provvedimento. Lo scorso 28 maggio, invece, il Tribunale ha respinto il ricorso, confermando la decadenza disposta dal Collegio. Da qui, allora, è stato necessario l’intervento della Corte costituzionale che ha preso le carte in mano e si è espressa oggi resettando ogni cosa.

La Consulta però sarebbe solo la prima parte della film giudiziario d’autunno di cui è protagonista il futuro della presidente Todde. Infatti, la pentastellata ha disposto appello contro la sentenza del 28 maggio e il finale andrà in scena il prossimo 21 novembre, quando i giudici della Corte d’Appello di Cagliari dovranno esprimersi sulla sentenza del tribunale civile del capoluogo sardo, che l’ha già sentenziata come decaduta.

In sostanza, quindi, se sarà ritenuto inammissibile il ricorso, allora si procederà con lo scioglimento dell’Assemblea e di conseguenza sarà necessario procedere con le elezioni anticipate riferite alla campagna elettorale del 2024.

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