L’ufficio stampa di Montecitorio ha reso noto che il presidente del Consiglio di giurisdizione della Camera ha firmato la sentenza di primo grado che conferma il taglio dei vitalizi per 800 ex deputati. Alla conferma ne consegue il ricalcolo degli assegni percepiti sulla base del metodo contributivo per coloro che sono stati eletti prima del 2012.
I vitalizi restano quindi agganciati al sistema contributivo introdotto dal Regolamento di previdenza del 2012. La misura consentirà un risparmio stimato di oltre 15 milioni di euro riferito all’anno 2024.
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Taglio vitalizi: cosa era successo
La scorsa estate la Camera, con 240 voti a favore, 5 contrari e 25 astenuti, votò un ordine del giorno di Fratelli d’Italia che confermava il provvedimento, dopo che al Senato era stato cancellato il ricalcolo introdotto 5 anni prima sulla spinta dei 5S. Il Consiglio di giurisdizione ha ora messo un punto fermo. La causa che arriva a sentenza di primo grado è iniziata nel 2019, con il ricorso, promosso da alcuni ex parlamentari contro la delibera del 12 luglio 2018, relativa proprio al taglio ai vitalizi.
La nota sottolinea: “L’unica deroga al sistema contributivo pro quota è nella previsione che, se in base al sistema contributivo dovesse risultare, per i parlamentari con più legislature, un assegno di importo superiore a quello previsto dal precedente sistema retributivo, la pensione dell’interessato resterebbe limitata all’importo minore“. La sentenza firmata oggi, nel confermare i tagli ai vitalizi conferma anche le cosiddette ‘mitigazioni’, ossia alcuni ripristini già deliberati dall’ufficio di presidenza della precedente legislatura per rispondere a esigenze individuali.
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