Calenda, sul campo largo nessuna pietà: “Pericoloso per l’Italia”

Il leader di Azione serra i ranghi e chiude definitivamente con il campo largo. La sua posizione anche sulla manovra e autonomia differenziata

Redazione
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Parole dure quelle pronunciate dal leader di Azione, Carlo Calenda in merito al campo largo di Schlein con Italia Viva e Movimento 5 Stelle. In un’intervista a l’Avvenire, l’ex metà del Terzo polo esprime il suo disappunto affermando come sia un “pericolo per l’Italia“. Calenda dunque sceglie di rigettare qualsiasi possibilità ad unirsi con i dem, visto anche il divorzio da Matteo Renzi.

Calenda sul campo largo: “Nessuna agenda di governo”

Per Calenda manca una agenda di governo condivisa all’interno del campo largo. “Di Schlein non si sa, al di là degli slogan, cosa pensi realmente di tante cose. Cosa pensa del lavoro, se torna a parlare con Renzi? Cosa pensa della politica estera, se dialoga con Conte? Staranno insieme i mesi della campagna elettorale per poi tornare a litigare, come quando si definivano l’un l’altro il male assoluto“, afferma. Per il leader di Azione il fronte unito di sinistra sarà nocivo per l’Italia e per i suoi cittadini a partire anche dalla lista della spesa: “Si può scordare che, per dire sì ai quasi 200 miliardi di bonus voluti dai 5 stelle, i dem hanno accettato consapevolmente di sfasciare il bilancio pubblico per 10 anni?“, continua.

Renzi e Schlein
Renzi e Schlein

Passando al piano locale invece, Calenda appoggia i candidati in Emilia-Romagna e Umbria. Per la Liguria invece, da Azione vengono richieste certezze in merito agli investimenti per le opere pubbliche. “Probabilmente non si arriverà ad un accordo perché non esiste ancora un progetto concreto di governo se non quello di urlare contro il centrodestra“. Al giornale parla anche del dialogo tra Schlein e Renzi: “Buttano tutto dentro, è il loro modo di fare. L’abbiamo visto anche nelle liste europee. Pensavo di essere l’ultimo “pirla” a essersi fidato di Renzi”.

Calenda sull’Autonomia: “E’ sbagliata”

Calenda passa poi ad uno dei temi più scottanti dell’agenda politica italiana: l’autonomia differenziata. Per il leader di Azione si tratta di una riforma sbagliata che ha preso piede anni fa dalla sinistra ai tempi del governo Gentiloni e sostenuta da Bonaccini. Il volto di Azione avverte però che il Sud non deve usare l’autonomia come alibi per far fronte ai problemi delle Regioni del Meridione. “Dobbiamo prendere atto: al Sud il federalismo ha fallito e, anzi, lo Stato deve riprendersi tutte le competenze al centro“, aggiunge.

Calenda sulla manovra

Venerdì scorso c’è stato a Palazzo Chigi il vertice tra la premier Giorgia Meloni e i vicepremier e ministri Antonio Tajani e Matteo Salvini. Gli esiti del colloquio sono scarni per Calenda che parla di una mancata linea politica a livello estero e un grande caos creato attorno alla manovra. “Temo che l’unica cosa che faranno è confermare le riduzioni fiscali del 2024. Mancano però, come priorità, 10 miliardi necessari per tenere in piedi il servizio sanitario nazionale, oberato a causa dell’invecchiamento della popolazione, con metà delle prestazioni erogate con fortissimi ritardi“, afferma all’Avvenire. Da Azione gli animi si accendono. Per Calenda da sinistra arrivano solo parole e zero fatti. Parlano di meno tasse, più fondi per la scuola e le famiglie ma non fissano le priorità.

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