Il leader di Azione sollecita il governo Draghi e chiede di fare in fretta: «Rischiamo una totale deindustrializzazione del Paese». Sì anche a scostamento di bilancio se necessario basta non perdere tempo
Il leader di Azione, Carlo Calenda, preoccupato per la crisi energetica sollecita il governo Draghi di “darsi una mossa” nel varare un provvedimento per calmierare il costo dell’energia. Se necessario, va bene anche ricorrere allo scostamento di bilancio, altrimenti, secondo Calenda: «Chiunque vincerà governerà sulle macerie del paese».
In un’intervista a La Repubblica, il rappresentante del Terzo polo, tra i più fedeli sostenitori del presidente del Consiglio, parla di: «Errore che il governo non sia ancora intervenuto – dato che- c’è rischio di una totale deindustrializzazione del Paese a livello di piccole, medie e grandi imprese».
Per il leader di Azione, dunque, è necessario: «Non solo che Draghi vari subito un decreto per abbassare fino a fine ottobre il costo dell’energia – ma anche – rimborsare le ultime bollette, altrimenti il sistema industriale salta». Poi spiega che, secondo i calcoli di Azione: «La manovra di appiattimento delle bollette a non più del 4 per cento può essere fatta con le entrate fiscali aggiuntive che già ci sono e se dovesse esserci la necessità di fare un piccolo extra deficit – puntualizza Calenda – io proprio non mi porrei il problema».
Secondo l’europarlamentare, non intervenire in maniera tempestiva significherebbe fare un favore a Putin, dato che: «Le persone che ricevono queste bollette impazzite le ricollegano alla guerra e incomincia a venir meno il sostegno all’Ucraina. È questo il danno gigantesco che si sta producendo – spiega – servono 15 miliardi di euro di intervento per portare tutta l’industria manifatturiera energivora a pagare 100 euro a megawattora e rimborsare le bollette già arrivate».