Il leader di Azione attacca e rilancia il terzo polo: «Il vero scontro sarà sul proporzionale, in particolare al Senato. Dopo il 25 settembre vedo instabilità politica»
Centrodestra e centrosinistra hanno tre o quattro programmi diversi, quindi non hanno un programma. E dopo il voto regnerà l’ingorvernabilità a causa della legge elettorale attuale. Carlo Calenda, leader di Azione, rilancia a poche ore dalla chiusura delle liste che vedono impegnati anche i vertici del centrodestra.
In una intervista al Corriere della Sera il leader di Azione fa il punto sugli scenari politici da qui al voto, e anche oltre. «Questa campagna elettorale purtroppo sta ricalcando quelle che si fecero quando c’erano solo due coalizioni e invece oggi sono quattro. E’ un dato incontrovertibile e da questo discendono una serie di conseguenze, la prima che non esiste voto utile: vuol dire che i collegi uninominali non sono contendibili e ciò che è realmente possibile per fermare la vittoria della destra è il proporzionale. Semplicemente molti collegi saranno vinti dalla destra, altri da noi odal Pd, ma il vero terreno di confronto è sul proporzionale, in particolare al Senato».
Poi gli attacchi a centrosinistra e centrodestra. «La sinistra? Ha quattro programmi diversi, quindi non ha un programma. La destra? Ha tre programmi diversi, provate a conciliare le tasse di Matteo Salvini con le pensioni di Silvio Berlusconi e il silenzio in merito di Giorgia Meloni: anche qui dunque nessun programma. Conseguenza? Nessuna delle coalizioni è in grado di governare il Paese. Comunque vada il voto, dopo tutte le accuse di allarmi democratici da destra e da sinistra, l’Italia precipiterà nel caos e nessuna delle attuali coalizioni rimarrà in piedi. L’unico modo per evitarlo è isolare le ali estreme, Fratelli d’Italia e Cinque Stelle, e andare avanti con una coalizione Ursula e un governo Draghi sostenuto da un terzo polo che avrà almeno il 15%».