La manifestazione del Pride a Budapest ha scatenato un battibecco inaspettato tra il presidente del Senato, Ignazio La Russa, e il leader di Azione, Carlo Calenda. I partiti di centrosinistra, dal Pd, passando per il M5S, +Europa e anche Azione, sono volati in Ungheria per unirsi per “una buona causa“, ovvero manifestare contro il divieto del Gay Pride nel Paese.
La seconda carica dello Stato ha utilizzato i social per pubblicare una critica nei confronti delle opposizioni che hanno deciso di partecipare alla manifestazione. La Russa nel suo messaggio si è chiesto se qualcuno dei politici italiani che ha raggiunto Budapest abbia deciso di porgere omaggio ai martiri che nel 1956 “diedero la vita per la libertà senza aggettivi contro i carri armati comunisti“.
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Il riferimento è alla manifestazione del 23 ottobre 1956, quando migliaia di studenti e operai scesero in piazza nel centro di Budapest per una protesta pacifica. In poco tempo, l’evento si è trasformato in un momento per manifestare contro la dittatura e contro la presenza sovietica in Ungheria. I cittadini si sono uniti alla protesta, rendendola di dimensioni ingenti, e il discorso alla radio del primo ministro Ernő Gerő che condannava duramente la dimostrazione non fece altro che ingrossare ancora di più le proteste.
La folla attacco i soldati e la polizia, fino a giungere allo scontro armato. Il giorno dopo, le truppe sovietiche entrarono in città su richiesta del governo. La rivoluzione venne quindi sedata in maniera violenta, con 500 condanne a morte e decine di migliaia di persone che vennero rinchiuse in campi di internamento o in carcere. In circa 200mila lasciarono invece il Paese.
Calenda: “Sono andata a rendere omaggio ai martiri del 1956”
Le parole del presidente del Senato hanno scatenato la risposta del leader di Azione, presente a Budapest per prendere parte al Pride. L’ex ministro ha deciso di rispondere a La Russa sui social, scrivendo un messaggio e inviandolo al suo profilo, permettendo però che venisse visto anche pubblicamente. “Caro Ignazio La Russa ti è andata male“, ha scritto Calenda, sottolineando di aver deciso di sfruttare il suo viaggio a Budapest anche per visitare il monumento ai martiri del ’56.
Una risposta alla seconda carica dello Stato, che è stata seguita da un duro affondo: “Ritenta. Magari dopo che avrai buttato la statua di Mussolini. Lezioni su anti autoritarismo da te anche no“. In questo caso il riferimento è a una dichiarazione di La Russa risalente al 2023, quando il presidente disse di avere un busto di Mussolini in caso, in quanto lasciatogli da suo padre. “Non lo butterò mai, così come non butterei il busto di Mao Zedong se mi avessero lasciato un’opera d’arte sua…“.
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