Calenda, via libera dalla Giunta in Senato: il contenzioso per diffamazione

I fatti risalgono ad un post pubblicato da Calenda il 3 aprile, in cui criticava la lista "Stati Uniti d'Europa"

Redazione
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La Giunta per le immunità del Senato ha dato il via libera alla relazione della senatrice del Movimento 5 Stelle, Ada Lopreiato, riguardante le dichiarazioni di Carlo Calenda, leader di Azione, querelato per diffamazione dal sindaco di Benevento, Clemente Mastella. Il contenzioso è nato durante la campagna elettorale per le elezioni europee dello scorso giugno, quando Calenda ha fatto riferimento a “cultura mafiosa” in relazione ad alcuni accordi elettorali, dichiarando successivamente che tali affermazioni non erano rivolte a Mastella.

Calenda: il via libera della Giunta

La Giunta ha deciso di non concedere a Calenda la protezione dell’insindacabilità, il che significa che le sue opinioni potranno essere oggetto di un procedimento giudiziario. La relazione è stata approvata con i voti favorevoli dei senatori del Movimento 5 Stelle, del Partito Democratico, di Alleanza Verdi e Sinistra, e di Italia Viva, mentre i rappresentanti della maggioranza si sono astenuti. Ora, la questione passerà all’esame dell’Aula di Palazzo Madama.

Al termine della riunione, la senatrice Lopreiato ha dichiarato: “È stata approvata la relazione che conclude con il non esercizio della garanzia di insindacabilità“. La senatrice ha poi aggiunto che il parere della Giunta verrà presentato in Aula, sebbene non immediatamente.

Calenda: il post su X

Il caso ha origine da un post pubblicato da Calenda il 3 aprile, in cui criticava la lista “Stati Uniti d’Europa” per aver candidato un parente di Totò Cuffaro e la moglie di Mastella, accompagnando il commento con la frase: “La cultura della mafia è l’opposto dei valori europei“. Questa affermazione ha portato Mastella a querelare Calenda. In seguito, il giudice per le indagini preliminari di Roma ha sospeso il procedimento, rimettendo la questione al Senato per decidere sull’applicabilità dell’articolo 68 della Costituzione, che riguarda l’insindacabilità delle opinioni espresse dai parlamentari.

Con il voto a favore di forze come Pd, M5s, Avs e Italia Viva, e l’astensione dei gruppi di centrodestra, la Giunta ha autorizzato l’azione legale nei confronti di Calenda. Il senatore, ora coinvolto in un processo per diffamazione aggravata, dovrà affrontare la situazione anche in Aula, dove verrà esaminata la decisione della Giunta.

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