L’ondata di caldo estremo che ha colpito l’Italia ha colto alla sprovvista autorità e lavoratori, che si sono trovati a dover far fronte a temperature estreme e a una quotidianità che ha dovuto essere rimodellata per evitare tragedie e incidenti. A preoccupare sono state infatti le condizioni di lavoro dei dipendenti che operano all’aperto e nelle ore più calde. È apparsa immediatamente chiara la necessità di un intervento da parte dello Stato che garantisse a questi cittadini le giuste tutele.
Nei giorni scorsi si sono dunque attivate le Regioni, con l’obiettivo di promulgare decreti che consigliassero aziende e datori di lavoro ad adottare strumenti per la lotta al caldo. Inoltre, in alcune Regioni è stato vietato il lavoro all’aperto dalle 12:30 alle 16 nei giorni di allerta alta. Ieri, invece, è stato firmato dal ministro per il Lavoro, Marina Calderone, il protocollo sulle emergenze climatiche, alla presenza di associazioni datoriali e sindacati confederali.
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Calderone: “Il protocollo riguarda anche i rider”
Si tratta di un provvedimento necessario a creare un quadro operativo obbligatorio su tutto il territorio nazionale. “Il protocollo, il primo dopo il Covid, ha l’obiettivo di scongiurare infortuni e malattie professionali connessi al clima estremo“, ha spiegato Calderone, aggiungendo che lo stesso documento intende valorizzare le iniziative di categoria, territorio o azienda già assunte in sede nazionale, oltre a diventare il un punto di riferimento per gli eventuali provvedimenti adottati dalle amministrazioni locali.
In sostanza, il protocollo si pone l’obiettivo di garantire a imprese e lavoratori la possibilità di gestire le condizioni meteorologiche avverse, in qualunque tipo di stagione, sulla base delle specificità settoriale e territoriali. Tale provvedimento sarà dunque recepito con decreto di adozione, che proporrà un quadro nazionale e diversi accordi territoriali che saranno sottoscritti dalle parti sociali. “Si tratta di un grosso risultato“, ha dichiarato soddisfatta, aggiungendo che il protocollo riguarda anche la sicurezza dei rider.
La specifica è apparsa necessaria, viste le critiche che ieri hanno riguardato questo comparto. I ciclo-fattorini lavorano per forza di cose nelle ore più calde della giornata, occupandosi solitamente di consegna di pranzi, per cui la loro sicurezza è fortemente influenzata dal clima. La Cgil di Bologna ha quindi denunciato il caso di una delle società di gestione delle consegne, che avrebbe garantito ai dipendenti bonus se avessero continuato a lavorare in condizioni estreme.
“Questo protocollo ribadisce l’importanza per le aziende e tutte le realtà lavorative di rispettare la normativa in materia di sicurezza sul lavoro“, ha spiegato Calderone, ribadendo l’importanza di salvaguardare sempre la salute del dipendente.
Cosa prevede il nuovo protocollo del lavoro sul fronte del caldo torrido
All’interno del nuovo protocollo del lavoro sono presenti misure atte a proteggere i lavoratori esposti alle alte temperature e provvedimenti necessari a tutelare la continuità delle attività produttive in sicurezza. Nello specifico viene sottolineata la necessità di ricorrere alla cassa integrazione in caso di sospensione o riduzione dell’orario di lavoro dovuta a caldo eccessivo, esteso anche ai lavoratori stagionali, senza che le ore di cassa utilizzate vengano conteggiate nel limite massimo di durata previsto dalla normativa. In questo modo si evitano penalizzazioni puramente a carico dei lavoratori.
Inoltre, si fa riferimento ad una campagna di informazione e sensibilizzazione sui rischi del caldo, al fine di rendere consapevoli i lavoratori dei rischi legati al microclima e delle possibilità di proteggersi a disposizione. Il protocollo inserisce, inoltre, una sorveglianza sanitaria necessaria a monitorare le condizioni di salute degli addetti più esposti, con interventi tempestivi in caso di colpi di calore o disidratazione. Si valuta anche una modifica dei turni di lavoro, affinché siano evitate le ore più calde della giornata, mentre si spinge per dotare i dipendenti di indumenti e dpi adatti alle condizioni climatiche.
Piccole accortezze che però risultano fondamentali in un periodo di crisi come quello attuale. Dall’inizio dell’ondata di temperature estreme sono state numerose le morti di operai e altri lavoratori, sottoposti a condizioni climatiche emergenziali. Nella consapevolezza che la vita umana è più importante di ogni tipo di attività lavorativa, il governo è intervenuto per ricordare a ogni parte i propri compiti e le proprie responsabilità, nella speranza che l’emergenza si interrompa il prima possibile.
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