La presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni è di nuovo vittima delle critiche dell’Ong tedesca Sea-Watch, un’organizzazione umanitaria senza scopo di lucro che si dedica alla ricerca e al soccorso nel Mediterraneo centrale. La premier non ha quasi mai risposto alle critiche delle ong, ma stavolta si è sentita in dovere di controbattere, facendo nascere un botta e risposta sui social.
Botta e risposta tra Sea-Watch e Meloni
Sul social X la pagina italiana dell’ong tedesca Sea-Watch ha speso parole dure contro il governo italiano attuale facendo riferimento ai nuovi centri di accoglienza migranti in Albania. “Il Governo Meloni degli autopronunciati patrioti spende centinaia di milioni di euro dei contribuenti per deportare e incarcerare qualche migliaia di migranti in Albania” ha scritto, consigliando invece di spendere le tasse degli italiani “per accogliere e includere, anziché respingere”.
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I centri di accoglienza migranti in Albania apriranno entro questa settimana e accoglieranno i primi migranti irregolari che vengono scovati dalle motovedette italiane. Il patto Italia-Albania è la soluzione italiana innovativa per gestire i migranti a cui è posta l’attenzione dell’Europa con l’obiettivo di ridurre gli ingressi illegali all’interno dei confini europei. E 15 Stati hanno deciso di firmare una lettera da inviare alla Commissione europea in cui si chiede di prendere spunto dal progetto italiano per creare qualcosa di simile che possa funzionare a livello europeo.
La presidente del Consiglio ha deciso di rispondere direttamente al messaggio di critica dell’ong, sottolineando che il governo è stato eletto in un contesto democratico e che si sta adoperando con azioni concrete per fermare la tratta di esseri umani. “Che scandalo! Un governo che – con un mandato chiaro ricevuto dai cittadini – lavora per difendere i confini italiani e fermare la tratta di esseri umani, attraverso azioni concrete e accordi internazionali” ha scritto la premier.
I numeri danno ragione alle iniziative dell’attuale governo italiano, visto che nell’ultimo anno si è registrata una diminuzione di oltre il 60% degli sbarchi nel nostro Paese. Meloni vuole portare all’attenzione il fatto che i confini italiani sono legittimi e devono essere rispettati.
Ma la Ong ha risposto alla replica di Meloni continuando a incalzare la premier, che non ha più risposto. “E quali sarebbero le azioni concrete presidente Meloni? Finanziare cosiddette guardie costiere composte dai veri trafficanti di uomini? Incarcerare migliaia di innocenti perché guidavano l’imbarcazione su cui sono arrivati? Spendere milioni di euro italiani per carceri oltremare?“, ha scritto Sea-Watch.
Non è la prima volta che Sea-Watch critica Meloni
Non è la prima volta che la premier Meloni si vede criticata dall’ong tedesca e decide di rispondere. Un altro episodio è avvenuto questa estate, quando Meloni e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi si trovavano a Tripoli per partecipare al Forum Trans-Mediterraneo sulle migrazioni. Lo scopo era rafforzare i rapporti di collaborazione tra Italia e Libia per ridurre le partenze dei migranti irregolari.
Ma quell’incontro aveva fatto irritare le ong, soprattutto Sea-Watch, che sui social aveva deciso di augurare brutte cose a Meloni e Piantedosi: “I politici del governo italiano, Meloni e Piantedosi, sono oggi in Libia per lavorare con il primo ministro della Libia occidentale, Dabaiba, sulla loro politica migratoria distopica. Auguriamo loro tutto il male dal profondo del nostro cuore“, si legge nel post in lingua tedesca. Mentre nell’account in lingua inglese, il post conteneva queste parole: “Di qualunque cosa parlino, probabilmente mira ad aumentare il numero di uccisioni nel Mediterraneo. Auguriamo loro tutto il peggio“.
La premier aveva deciso quindi di intervenire, inviando il messaggio che non importa cosa dicessero, perché il governo sarebbe comunque andato con il lavoro: “La ONG Sea Watch, che non ha nulla da dire sugli scafisti che si sono arricchiti uccidendo migliaia di persone, augura a noi “tutto il male possibile dal profondo del cuore” perché andiamo in Libia a confrontarci su come fermare l’immigrazione illegale creando sviluppo. Un cuore bizzarro, c’è da dire. In ogni caso, il Governo italiano continuerà a lavorare per fermare la tratta di persone, l’immigrazione clandestina e le morti in mare. Che a loro piaccia o meno”.
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