Il governatore dell’Emilia Romagna svela le sue strategie dopo l’annuncio della candidatura alla segreteria del Partito democratico
Confronto con Terzo Polo e M5s. Sarà questo uno dei temi più discussi della candidatura di Stefano Bonaccini, il governatore dell’Emilia Romagna che nei giorni scorsi ha annunciato la sua candidatura alla segreteria del Partito democratico in vista del prossimo congresso. “Tante persone – spiega Bonaccini in una intervista al quotidiano Repubblica – si aspettano un’opposizione seria e credibile in campo e un’alternativa a questa destra. Non sarà né facile né breve, ma adesso è il momento di rimboccarsi le maniche e cominciare.
Il progetto di Bonaccini
“La discussione su organismi e fasi congressuali non mi appassiona – aggiunge -. Non sono mai stato iscritto a nessuna corrente e non chiederò e non accetterò il sostegno di nessuna corrente. Finiamola di chiamarci col cognome degli altri. Renzi? L’ho sostenuto convintamente nel 2013 ma lui ha deciso di abbandonare da tempo il Pd e di creare un partito di moderati, mentre io sono un uomo di sinistra che crede nel Pd e vuole farne un grande partito progressista e riformista. Ci confronteremo con Terzo Polo e 5S, ma certo non lasceremo loro la rappresentanza esclusiva di moderati e sinistra. La vocazione maggioritaria non è autosufficienza ma apertura, indispensabile per costruire una grande forza progressista e riformista. Serve un Pd più grande in un nuovo centrosinistra che sappia vincere nelle urne”.
Dunque si torna a parlare di un dialogo col M5S, che in passato ha creato non pochi problemi. “Il mio primo obiettivo è che il Pd torni a essere e a fare il Pd. Il primo banco di prova saranno le europee e le amministrative del 2024: dobbiamo tornare ad essere il primo partito. Io temo che con questa destra l’Italia torni indietro, che ci isoliamo in Europa, che la società, l’economia e i diritti si fermino”.