Il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha commentato i duri scontri di sabato avvenuti nella città tra i militanti di estrema destra, che stavano facendo una manifestazione, e la rete bolognese antifascista. Il primo cittadino ha criticato la Prefettura per aver autorizzato la manifestazione di Casapound e della Rete dei Patrioti, che si sarebbe dovuta concludere in piazza XX settembre, ma che è stata fermata all’ingresso della piazza dagli antifascisti. Questi ultimi sono insorti perché contrari a far manifestare i militanti di estrema destra nella piazza che si trova a pochi metri dalla stazione centrale, luogo della strage neofascista del 2 agosto 1980.
Scontro sindaco di Bologna-Prefettura
Commentando le vicende di sabato Lepore ha affermato di ritenere “grave” il fatto che “chi ha la responsabilità di gestire l’ordine pubblico abbia permesso a 300 persone vestite con la camicia nera di entrare nella nostra città e di sfilare di fronte alla stazione”. Ha ricordato che c’era stata la richiesta che questa manifestazione non si facesse “anche perché avrebbe creato problemi di ordine pubblico e avrebbe messo a rischio l’incolumità di tante persone”. Ed è successo proprio quello che si temeva, quindi per il sindaco “qualcuno deve assumersi questa responsabilità”.
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Ha quindi precisato che “nel comitato per l’ordine pubblico, parlandone con il prefetto, il vice questore e tutti i rappresentanti le forze dell’ordine, c’era contrarietà a svolgere questa manifestazione dei patrioti a pochi passi dalla stazione di Bologna”. E riferendosi al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ha aggiunto: “Poi evidentemente qualcuno da Roma ha chiamato e le cose sono cambiate”.
La prefettura ha smentito la dichiarazione del sindaco, sottolineando che il comitato per l’ordine e la sicurezza e lo stesso Lepore erano d’accordo che non ci fossero ragioni per vietare la manifestazione e che dal Ministero non sia arrivata nessuna indicazione in proposito.
Bologna, 3 feriti nelle proteste
Il bilancio delle proteste di sabato a Bologna è di tre poliziotti feriti. Così nel Paese si è riacceso il dibattito politico e mediatico riguardante le manifestazione e la sicurezza delle forze dell’ordine che vi intervengono per limitare i danni e per evitare pericolose escalation. Stavolta la questione sarebbe tutta politica. In piazza, nel capoluogo emiliano, sarebbero scesi diversi gruppi bipartisan, pronti a farsi la lotta all’alba delle elezioni regionali dell’Emilia Romagna.
La giornata era attesa con ansia, anche nella consapevolezza del corteo organizzato, contro la volontà del Comune, dalla Rete dei Patrioti e da Casapound, che avrebbero dovuto raggiungere Piazza XX settembre, poco distante dalla stazione centrale di Bologna. In risposta a questa organizzazione, si sarebbero mobilitate le reti antifasciste della città, che avrebbero definito una vera e propria provocazione la manifestazione organizzata dai gruppi “dichiaratamente neofascisti” nelle vicinanze del luogo in cui si verificò la strage del 2 agosto 1980. In poco tempo, dunque, la situazione sarebbe sfuggita di mano quando i due gruppi, a cui poi si sarebbe aggiunto anche il corteo dei gruppi studenteschi, si sono avvicinati tra loro.
Le forze dell’ordine hanno tentato di mantenere la situazione il più calma possibile, finendo però nel fuoco incrociato. Sembrerebbe che proprio i gruppi studenteschi abbiano dato inizio agli scontri con la polizia, portando quindi al ferimento dei tre agenti. Intanto, in Emilia Romagna prosegue il rush finale dei candidati verso le Regionali, previste per il 17 e il 18 novembre. Domani, la candidata del centrodestra, Elena Ugolini, incontrerà Giorgia Meloni e dei suoi vice Antonio Tajani e Matteo Salvini in una manifestazione unitaria del centrodestra, mentre il candidato sostenuto dal centrosinistra, Michele De Pascale, continuerà ad incontrare i cittadini sul territorio.
Bologna, il duro messaggio di Giorgia Meloni
Nella tarda serata di ieri è poi giunto il messaggio del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha voluto mostrare la sua vicinanza agli agenti feriti e soprattutto condannare “le violenze e gli scontri generati dai collettivi, rivolti contro la Polizia di Stato“. Il premier ha poi sfruttato il post pubblicato sui suoi canali sociale per attaccare il comportamento del centrosinistra, lasciando trapelare anche un’aspra contestazione alla leader del Pd Elly Schlein.
“Spiace constatare che certa sinistra continui a tollerare e, talvolta, a foraggiare questi facinorosi, anziché condannare apertamente questi episodi e mostrare solidarietà a chi, ogni giorno, lavora per garantire la sicurezza di tutti” ha infatti dichiarato il Capo del governo, prendendo una posizione chiara e distante dagli episodi di ieri, schierandosi al fianco delle forze dell’ordine e di coloro che avrebbero voluto una manifestazione pacifica.
Bologna, Schlein a sostegno della manifestazione antifascista
Nella mattinata di ieri, poi, l’Anpi avrebbe organizzato un presidio in piazza del Nettuno, davanti al sacrario dei partigiani, a cui hanno preso parte la segretaria del Pd Elly Schlein, esponenti del Movimento 5 Stelle e il leader di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni.
La leader democratica avrebbe dichiarato di essere orgogliosa di trovarsi “accanto ai volti di chi ha fatto la Resistenza” e di essere consapevole che questi sarebbero i valori da “declinare al presente e al futuro“. In questo senso, quindi, Schlein ha sostenuto che oggi questi valori devono essere incarnati “impegnandosi ogni giorno per la partecipazione delle persone e l’emancipazione delle persone soprattutto di quelle che oggi fanno più fatica” e per questo il Pd ha deciso di prendere parte a questa manifestazione.
Poche ore più tardi, però, la situazione a Bologna sembrerebbe aver perso ogni briciolo di tranquillità. In riferimento al corteo neofascista organizzato nel capoluogo emiliano, Schlein ha sostenuto che la città di Bologna non avrebbe meritato di assistere alla protesta e che tale manifestazione sia stata una mancanza di rispetto nei confronti dei famigliari delle vittime della strage. “Questi hanno dovuto combattere per decenni per ottenere giustizia e oggi, purtroppo, siamo ancora qui a confrontarci con una provocazione fascista” ha infatti dichiarato la segretaria.
Bologna, la risposta del centrodestra
Sulla questione sono intervenuti anche alcuni esponenti del centrodestra, prendendo le difese delle forze dell’ordine presenti e criticando duramente la violenza verificatasi nel corso del corte. “A Bologna ancora una volta le forze di polizia, schierate a difesa della sicurezza pubblica e della libertà di manifestare, sono state oggetto di vergognose aggressioni e violenze da parte di gruppi di facinorosi” ha infatti dichiarato duramente il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, auspicando che tutte le forze politiche e sociali italiane siano in grado di prendere le distanze da quanto accaduto e condannare “i comportamenti pericolosi ed inaccettabili in democrazia“.
Molto più critico il leader della Lega Matteo Salvini che ha tuonato: “Centinaia di delinquenti rossi che hanno dato la caccia al poliziotto nel centro di Bologna: quelli non sono manifestanti di sinistra, quelli sono criminali Rossi il cui posto giusto è la galera“.
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