Scontri Bologna, La Russa chiede il conto alla sinistra: “Prenda le distanze dalle violenze”

"C'è un cordone ombelicale che la sinistra deve decidersi a recidere. Non basta essere d'accordo su principi generali, come l'antifascismo, per unirsi a qualsiasi compagnia" ha dichiarato il Presidente del Senato, criticando la decisione del centrosinistra di non condannare quanto avvenuto nel capoluogo dell'Emilia Romagna

Redazione
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Gli scontri di Bologna continuano a far discutere il mondo della politica italiana, più di quanto effettivamente sia accaduto in passato per situazioni simili. I fattori che avrebbero contribuito alla creazione di questa bufera riguarderebbero la presenza della segretaria del Pd Elly Schlein nella stessa città in cui si è svolta la protesta, la mancanza di reazione da parte del centrosinistra nei confronti delle violenze e la vicinanza degli scontri alla stazione centrale di Bologna, luogo della strage del 2 agosto 1980.

Così, ormai da tre giorni a questa parte, gli esponenti del centrodestra continuano ad attaccare il Partito democratico, ma anche Alleanza Verdi e Sinistra e in generale le opposizioni. L’ultimo ad essersi aggiunto alla lunga lista è il Presidente del Senato Ignazio La Russa, pronto a riconoscere il diritto alla manifestazione ma allo stesso tempo a condannare le violenze avvenute a Bologna, seguite dall’indifferenza del centrosinistra. “Nessuno di noi si offre di andare in corteo con gruppi estremisti, Certa sinistra, invece, scende in piazza con i facinorosi“, è questa l’accusa di La Russa, che chiede a gran voce che le personalità politiche presenti alle manifestazioni si “prendano le responsabilità di ciò che avviene“.

Il riferimento è alla vice sindaca di Bologna, ma anche a tutti quegli esponenti che non hanno avuto il coraggio di prendere le distanze. “C’è un cordone ombelicale che la sinistra deve decidersi a recidere. Non basta essere d’accordo su principi generali, come l’antifascismo, per unirsi a qualsiasi compagnia” ha continuato il Presidente del Senato, sottolineando che questa potrebbe entrare a far parte “di quelle forze politiche troppo accomodanti, per esempio, con le forme di antisemitismo che vengono mascherate da iniziative di difesa della Palestina“.

La Russa: “Chiudere centri sociali se vi si organizzano violenze

La Russa ha poi commentato le parole del leader della Lega, Matteo Salvini, sui centri sociali, sostenendo che dal suo punto di vista questi dovrebbero essere chiusi solamente se si dimostra che sono un luogo di organizzazione e di promozione della violenza. “Io non ho elementi decisivi per valutarlo” ha continuato il presidente, chiudendo quindi velocemente la questione. Tornando agli scontri, La Russa ha affrontato anche i presunti atti di antisemitismo che si sarebbero verificati a Milano, sottolineando che tale corteo non è stato vietato proprio “per il diritto di tutti a manifestare“.

Il presidente del Senato Ignazio La Russa
Il presidente del Senato Ignazio La Russa

La Russa ha però sottolineato la preoccupazione che tali situazioni portano con sé, soprattutto a causa dell'”allarmante rigurgito di antisemitismo” che si starebbe propagando nel mondo. Il Presidente del Senato ha quindi fatto riferimento ai fatti di Amsterdam, sottolineando che oltre alla condanna è necessario agire attivamente per evitare che queste azioni vengano osannate. “Bisogna saper prendere le distanze da questa deriva, la sinistra a volte è troppo tiepida” ha concluso La Russa, affondando nuovamente contro le opposizioni.

La Russa su Bologna: “Bisogna sempre pesare le parole

L’esponente di FdI ha poi spostato la sua critica alle modalità con cui certa politica e certe figure si rivolgono ai cittadini. La Russa ha quindi rivolto un’appello a tutti affinché le parole vengano pesate prima di essere pronunciate per evitare che queste finiscano per incendiare le piazze. “C’è una cultura troppo tollerante con la violenza, troppo nemica delle forze dell’ordine, troppo sorda alle istanze di sicurezza ed è evidente che non siano posizioni attribuibili all’attuale governo” ha dichiarato il presidente, sottolineando quanto il linguaggio in queste situazioni si riveli importante.

In questo senso, il presidente ha fatto riferimento alle parole del leader della Cgil, Maurizio Landini, che avrebbe incitato alla rivolta sociale i cittadini contro la Manovra. “Certe parole possono tradursi in atti violenti” ha ammonito La Russa, evidenziando che se questi dovessero poi verificarsi allora non vi sarebbe nulla “da stupirsi o da meravigliarsi“.

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