Il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia, è stato intervistato da Repubblica, a cui ha raccontato della situazione all’interno della coalizione di centrosinistra. Secondo il deputato democratico si è ormai resa evidente la necessità di lavorare tutti insieme per poter combattere l’attale nemico comune, ovvero il governo di Giorgia Meloni.
L’intervista a Boccia
“Basta con i giochini che indeboliscono il campo progressista e finiscono per rafforzare il governo” è la dichiarazione del senatore che sprona gli alleati di centrosinistra a smetterla con i litigi e ad iniziare a lavorare per trovare punti comuni. Secondo Boccia, sembrerebbe che il Partito Democratico sia l’unica forza interessata a non fare accordi e favori a Meloni. “Siamo la prima forza di opposizione, senza di noi non esiste alternativa, è tempo che tutti se ne facciano una ragione” dichiara, sottolineando che specialmente il Movimento 5 stelle, che ha perso 6 punti in un anno per aver attaccato i dem invece che la destra, dovrebbero ritornare a giocare insieme agli alleati e non contro di essi.
Boccia commenta il veto di Conte a Italia Viva in Liguria dicendo che la promozione dell’alleanza fra tutti i partiti di centrosinistra “non è un capriccio di Schlein, è un dato di realtà”, ricordando che nel 2022 le divisioni interne agli alleati hanno consentito a Giorgia Meloni di vincere: “Nel Pd se ne sono accorti tutti, gli altri mi pare siano rimasti fermi a due anni fa“.
Rimediare quindi alle differenze tra i diversi partiti di sinistra e costruire una coalizione forte e credibile è fondamentale per poter tornare a governare il paese. “Ma non è sparandoci addosso che ci riusciremo”, afferma. Per poter sconfiggere la “peggiore destra di sempre” che governa l’Italia, il solo Pd non basta, serve una coalizione forte e per questo nel Paese e in Parlamento, “abbiamo iniziato a lavorare con le altre opposizioni sui temi che ci uniscono – salari, sanità, ambiente, Europa – e che sono più rilevanti di quelli che ci dividono”.
C’è la consapevolezza che esistono ancora dei punti che è necessario risolvere con il confronto politico e con chiarezza nelle decisioni. “Noi restiamo convinti che sia sbagliato negoziare sui principi” dichiara, facendo l’esempio della posizione del M5s sulla cittadinanza, che vista da sinistra, coincide con quella di Salvini. Mentre per il Pd e per le altre forze progressiste i decreti sicurezza sono sbagliati. Boccia si augura che il M5s cambi profilo con il percorso costituente, così come è successo al Pd con l’arrivo di Schlein.
Riguardo a Renzi e Italia Viva il capogruppo democratico afferma che l’importante è concentrarsi sui temi e non sui nomi. Italia Viva è una forza che “ha sottoscritto i referendum, combatte insieme a noi contro Autonomia e premierato, si è alleata sui territori senza porre veti”. È pur vero che ci sono ancora delle importanti questioni che distanziano il partito dai dem come il Jobs act, “ma il tempo ci dirà la verità”.
Sulla leadership del centrosinistra, per Boccia non sono i singoli che decidono la leadership, ma gli elettori, dato che in politica contano i numeri. Con il 24% il Pd è a oggi il primo partito d’opposizione e nucleo portante dell’alternativa, quindi questo significa che “in campo ci sono due opzioni: Meloni da una parte, Schlein dall’altra. Occorre schierarsi, senza più ambiguità“.
Il momento storico che stiamo vivendo è delicatissimo, con due guerre in corso e la destra che per il dem sta accumulando 12 miliardi di debiti l’anno. “Il mondo
brucia e il governo sfascia l’Italia“. Quindi questo è il momento in cui la coalizione del centrosinistra deve essere più unita possibile, per poter tornare al governo. L’obiettivo è “offrire la speranza di un’alternativa progressista e riformista in grado di occuparsi dei bisogni veri dei cittadini, diritti sociali e civili, scuola e ospedali pubblici, lavoro povero” conclude.
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