Boccia contro Zaia sull’Autonomia: “Non diffondiamo paure, diciamo verità”

Francesco Boccia è irritato dalle parole che Luca Zaia ha utilizzato in una recente intervista ed ha deciso di rispondere, riportando i dati raccolti dalle opposizioni

Redazione
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In poco più di 10 giorni abbiamo raccolte 460 mila firme online e centinaia di migliaia nei banchetti” così Francesco Boccia, presidente dei senatori del Pd, risponde al governatore del Veneto Luca Zaia e a tutti i detrattori del quesito referendario sull’Autonomia differenziata. “C’è una straordinaria mobilitazione di persone. Fossi in Giorgia Meloni non sottovaluterei questo movimento spontaneo del popolo” continua il democratico, soddisfatto dei successi delle opposizioni e pronto a dare battaglia alle ideologie della destra.

Francesco Boccia è irritato dalle parole che Luca Zaia ha utilizzato in una recente intervista, in cui il centrosinistra veniva attaccato per aver costruito “una narrazione orientata a diffondere inquietudine e paura” nella popolazione. Accuse che le opposizioni hanno rigettato immediatamente, come chiariscono anche le parole del deputato dem: “Noi non diffondiamo paure ma raccontiamo la verità al Paese che Calderoli e la Lega vogliono spaccare“. I due mondi non possono collidere in nessun modo e l’Autonomia differenziata più che spaccare il Paese, per il momento continua a spaccare solo il Parlamento.

Né la maggioranza né le opposizioni hanno intenzione di lasciar andare l’argomento e, mentre la raccolta firme proseguirà fino a settembre, il governo tenta in ogni modo di ostacolare le narrazioni lesive del centrosinistra in favore di spiegazioni e interviste che difendano la riforma dell’Autonomia differenziata. Al centro della disputa rimangono i cittadini, che in questo labirinto di opinioni, accuse e punti di vista, dovranno cercare di costruirsi una loro idea e cercare di mantenerla nel tempo.

Autonomia, Boccia: “Non devono esistere italiani di serie B

Nel corso di un’intervista con il Corriere della Sera, Francesco Boccia difende i diritti e le necessità dei 12 milioni di italiani che vivono in aree a rischio desertificazione, ovvero quei territori non centrali da cui i giovani si allontanano, per cercare migliori possibilità di vita, lasciando interi Paesi invecchiare fino a scomparire. “Questi non sono italiani di serie B, meritano più servizi e non meno servizi” ha tuonato il dem, sostenendo che “nemmeno Lombardia e Veneto riescono a garantire i servizi sanitari, scolastici e assistenziali alle aree di montagna. Solo lo Stato può farlo“.

Boccia
Francesco Boccia (Pd)

Incalzato sulle motivazioni per cui il centrosinistra, agli inizi degli anni 2000, abbia presentato la riforma del Titolo V, Boccia risponde indispettito: “Parliamo di cose diverse. Noi mettevamo risorse per la sussidiarietà. Loro aumentano le disuguaglianze“. Per questo, secondo il democratico, è necessario il referendum: “Deve esprimersi il popolo italiano! Luca Zaia è un amministratore che conosce norme e lessico istituzionale. Se dice una cosa così chiaramente sbagliata non lo fa perché fa uno strafalcione giuridico ma perché c’è un disegno politico gravemente lesivo della Costituzione“.

Boccia: “Bisogna distinguere tra specialità e differenziazione

Il deputato Boccia, in questo caso, farebbe riferimento ad una dichiarazione rilasciata da Zaia durante la sua intervista: “In Italia ci sono già cinque Regioni e due Province autonome. Vogliamo abolire anche quelle?“. Il democratico non riesce a trattenere la rabbia di fronte ad un’argomentazione simile e ribatte: “Luca Zaia non può provocatoriamente chiedere se noi vogliamo abrogare le 5 regioni e le due province autonome già esistenti“.

Luca Zaia, Autonomia differenziata
Luca Zaia, presidente del Veneto

Boccia, quindi, procede a spiegare quale sia la differenza sostanziale falsamente ignorata dal presidente del Veneto: “Una cosa è la specialità che riguarda cinque Regioni e le due Province autonome, un’altra è la differenziazione. Le due cose non sono nemmeno lontanamente paragonabili. È scolpito nella nostra Costituzione. La specialità fa riferimento a ragioni note, storiche e anche linguistiche in alcuni casi; la differenziazione si riferisce alle Regioni a Statuto ordinario  che restano tali e non sono assimilabili alle autonome“.

Il deputato del Pd, infine, attacca direttamente la riforma, dichiarando: “La differenziazione si applica con tutti gli articoli del Titolo V dal 114 al 120 e non solo con il terzo comma del 116 che riguarda le risorse esistenti, cosa che vorrebbe invece Calderoli che ha presentato una legge senza un centesimo per colmare le diseguaglianze“.

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