Nuova impennata decisa dalla Banca Centrale: reazione dei mercati, l’apprezzamento dell’euro e la crescita dei rendimenti dei titoli di Stato
La decisione del rialzo dei tassi della Bce ha portato sia delle conseguenze immediate che a medio termine: la reazione dei mercati, l’apprezzamento dell’euro e un rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato destinato a influenzare gli investitori e ad aumentare l’esborso sul fronte dei conti pubblici.
Crescono i mutui e diminuiscono i prestiti
La crescita dei mutui è una delle conseguenze più immediate per i cittadini. Secondo quanto analizzato da Bankitalia, i tassi di ottobre erano saliti già del 3,23%, mentre Facile.it ha calcolato l’aumento considerando un mutuo da 126mila euro a 25 anni e stipulato a gennaio 2022 con loan-to-value del 70%. La decisione della Bce di alzare i tassi di 50 punti produrrà un aumento progressivo delle rate dei mutui variabili, con rincari di almeno 35 euro al mese.
L’economia frena: il costo del denaro sempre più alto porta le imprese a rinunciare ai finanziamenti e quindi, ci sarà meno innovazione e crescita.
Maggiore risparmio e rivalutazione dell’Euro
L’alta inflazione scoraggia i consumi. I cittadini sono più disposti a risparmiare a causa della crescita dei tassi d’interesse. Quest’ultimi, portano ad un maggiore flusso di denaro nelle banche europee, rafforzando la moneta. L’export costerà di più, l’import meno facendo salire la domanda aggregata.
Gli effetti sul debito
Il debito costa di più: l’aumento del tasso di sconto fa salire il valore, il rendimento, che lo Stato deve riconoscere ai sottoscrittori di Bot, Btp, Cct. Quest’ultimi sono titoli di Stato con i quali si finanzia il debito pubblico. L’ufficio Parlamentare di Bilancio ha dichiarato: “Un aumento stabile del differenziale di 100 punti aumenta la spesa pubblica di 19 miliardi in tre anni: 2,5 miliardi nel 2023, 6,7 miliardi nel 2024, 10,1 miliardi nel 2025”.