Attesa per la decisione della Banca Centrale che comporterà un incremento fino al 52% per i prestiti immobiliari, ma anche un contenimento dei prezzi nel medio periodo
Aumento dei mutui e del debito dei Paesi Ue, ma anche un contenimento sul medio periodo dei prezzi. Queste le principali conseguenze del rialzo dei tassi che la Bce ha in programma di formalizzare nelle prossime ore, per combattere l’inflazione: l’obiettivo era quello di contrastare le conseguenze sulle finanze pubbliche e sulla vita dei cittadini dell’inflazione.
Mutui più cari
L’idea è di alzare i tassi di altri 25 punti base, con l’impatto sulla rata di un mutuo medio a tasso variabile sarà, stando ai calcoli di Facile.it, di 237 euro (+52%) rispetto all’inizio dello scorso anno, raggiungendo i 693 euro. Secondo le rilevazioni di Bankitalia, a febbraio i tassi di interesse sui prestiti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni son saliti oltre la soglia del 4%. Il rischio è che gli aumenti comportino una frenata del mercato immobiliare. Gli ultimi dati Istat disponibili, relativi al terzo trimestre del 2002, indicano una riduzione del ricorso ai mutui del 7,4%.
Gli altri prestiti
In un clima sempre più incerto e con il costo del denaro sempre più alto, le imprese potrebbero ridurre le richieste di finanziamenti. Il che significa meno investimenti, meno innovazione e meno crescita. Nel frattempo però, tassi più alti portano a un maggiore flusso di denaro nelle banche europee, rafforzando la moneta. L’export costerà di più, l’import di meno, facendo salire la “domanda aggregata”, ovvero la quantità di spese effettuate (dal pubblico e dai privati) per l’acquisto di beni nazionali. Inoltre, l’aumento del tasso di sconto fa salire anche il valore, il rendimento, che lo Stato deve riconoscere ai sottoscrittori di titoli pubblici, ovvero di Bot, Btp e Cct. I rendimenti si sono già adeguati alle recenti mosse di Francoforte e probabilmente lo faranno ancora: nelle ultime aste i Btp quinquennali hanno strappato un interesse in aumento al 3,77% e i decennali al 4,42%. Anche sul mercato secondario il tasso dei buoni del Tesoro viaggia stabilmente sopra il 4%.