Il presidente del Veneto Luca Zaia ha opinioni piuttosto aspre sulla narrazione che negli ultimi mesi le opposizioni hanno costruito sulla riforma dell’Autonomia differenziata, un provvedimento che dal suo punto di vista nasce nell’ottica delle linee guida provenienti dall’Ue e che tenta di rispondere alle necessità delle Regioni, comprese quelle del Sud, a cui finora il centralismo nazionale non ha saputo dare risposte.
“Se non ci fosse il veto di alcune parti politiche, chiederebbero tutti maggiori strumenti, quindi l’Autonomia” ha sostenuto il governatore veneto, dichiarando che la riforma “non è qualcosa per far saltare l’Italia ma un decentramento amministrativo“. Secondo Zaia, infatti, non sarà l’Autonomia a “spaccare il Paese“, come sostengono invece le opposizioni, ma sarà lo stesso referendum voluto dal centrosinistra a modificare la Nazione, verso un peggioramento invece che una miglioria.
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Il presidente del Veneto è infatti convinto che la risposta positiva degli italiani alla raccolta firme per il quesito referendario non sarebbe figlia di una reale volontà del Paese, ma solo della disinformazione portata avanti dalle opposizioni, che continuano a descrivere erroneamente il provvedimento e quindi ad influenzare le reali opinioni del popolo. “La narrazione è orientata a diffondere inquietudine e paura” ha dichiarato Luca Zaia, sostenendo che “se dici alla gente che la loro vita cambierà in peggio, che è un progetto studiato a tavolino per far fuori il sud, è normale che la gente sia diffidente“.
Zaia: “La narrazione che fa rabbia è quella inaccettabile degli avversari“
Luca Zaia continua a difendere assiduamente un provvedimento che è voluto dai cittadini della sua Regione, in cui 2 milioni e 328 mila persone hanno votato a favore della riforma dell’Autonomia. Dalla presentazione del testo, però, le opposizioni hanno dato inizio ad una narrazione contraria a quella del governo che ha raccolto consensi nella popolazione. “Ho troppo rispetto per chi dovrà valutare l’ammissibilità del quesito referendario, Cassazione e Consulta, per spingermi a immaginare i risultati di una consultazione che oggi non c’è” ha sostenuto Zaia rispondendo ad una domanda sulle sue preoccupazioni riguardanti il referendum abrogativo.

Secondo il governatore, l’unico motivo per cui il centrosinistra è deciso a portare avanti questa narrazione è perché “considera il governo un nemico” e non perché ritenga che il provvedimento sia realmente deleterio per il Paese. Secondo Zaia, poi, nell’ipotesi che il referendum si faccia, “anche se autorevoli costituzionalisti hanno motivati dubbi“, allora l’Italia che uscirebbe dalle urne “sarebbe diversa da quelle che ci è entrata“. Inoltre, il presidente si chiede: “I partiti che non vogliono l’Autonomia, cosa andranno a dire ai loro elettori che la vogliono?“.
Così il governatore spiega come il provvedimento studiato dal governo vada a rispondere sia alle esigenze delle Regioni sia al bisogno dell’Italia di allinearsi alle richieste dell’Ue. “L’Autonomia è uno dei pilastri dell’Europa, dal Trattato di Maastricht del 1992” ricorda Zaia, aggiungendo che “nell’atto di fondazione dell’Unione è citato chiaramente il principio di sussidiarietà, che prevede che le decisioni siano prese il più possibile vicino ai cittadini“. Secondo Zaia è proprio qui che si aziona il meccanismo dell’Autonomia, che permetterebbe di “lavorare meglio su fondi strutturali, su progetti transfrontalieri, sul fondo europeo per lo sviluppo regionale“, e quindi si chiede: “Si tratta di cose lontane? Sono finanziamenti e sviluppo per l’Economia“.
Zaia: “Vergognoso far credere che i problemi del Sud non siano figli di una mala gestio“
Luca Zaia non nasconde di essere infuriato per i tentativi di distruggere il lavoro del governo e delle Regioni, per motivazioni che dal suo punto di vista risiedono solamente nel bipolarismo destra e sinistra che caratterizza la politica italiana. Il governatore, quindi, critica duramente i tentativi di attacco delle opposizioni, che sfruttano la paura e l’instabilità dell’opinione pubblica per affossare un provvedimento che vorrebbe “migliorare” la situazione.
“Ripeto, il referendum spacca l’Italia” tuona il presidente del Veneto, aggiungendo che “la cosa più vergognosa è far credere che i problemi del Sud non siano figli di una mala gestio, ed escludo gli attuali governatori, ma è accumulata nella storia“. Zaia ha deciso di togliersi qualche sassolino dalla scarpa e di ammettere le sue reali convinzioni, senza filtri: “Ora senti dire che se il cittadino deve fare le valigie per curarsi al nord è perché i soldi sono andati al nord. Quando il governo ha introdotto la definizione dei Lep, i diritti sociali e civili da nord a sud. Vuol dire che le disuguaglianza devono essere colmate. È questo che non si vuole?“.
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