Il governatore del Veneto, Luca Zaia, aveva chiesto al ministro Giorgetti e alla premier Meloni un tavolo per la discussione delle nove materie sulle quali la Regione chiede la piena titolarità e pensa al gemellaggio con una Regione del Sud per ‘testare’ l’autonomia.
Una proposta che fa sorgere più di un dubbio al ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, che ieri ha affermato a Sky Tg24: “Io sono per l’autonomia differenziata, a patto che si mettano le regioni svantaggiate nelle condizioni di partire tutte dalla stessa linea. La richiesta di Zaia mi sembra assolutamente precoce. C’è un problema di opportunità e la politica deve obbedire a questa regola non scritta. In questo momento permangono delle perplessità anche all’interno della maggioranza di governo che ha votato quella riforma“.
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Musumeci sull’autonomia
Il ministro Musumeci ha dichiarato di essere un autonomista convinto, ma ha anche precisato che in Sicilia l’autonomia è stata usata più come un privilegio che come un’opportunità, con risultati poco soddisfacenti a causa della mancanza di controllo da parte di Roma. “Ciò premesso, io sono per l’autonomia differenziata a patto che si mettano le Regioni svantaggiate nelle condizioni di partire tutti dalla stessa linea. La richiesta che fa il presidente Zaia mi sembra assolutamente precoce” ha aggiunto.
Musumeci ha quindi dato il suo sostegno all’autonomia differenziata, a patto che le regioni svantaggiate vengano messe nelle condizioni di partire dalla stessa linea di quelle più avvantaggiate. Il ministro ha invitato Zaia ad accelerare, insieme al governo, il processo di individuazione dei LEP, che costituiscono una garanzia per le regioni svantaggiate che guardano con diffidenza alla concreta applicazione della riforma. “Io chiederei a Zaia di accelerare invece assieme al governo il processo che deve portare all’individuazione dei Lep, che sono una garanzia per quelle regioni che essendo svantaggiate guardano con diffidenza all’applicazione della riforma“, ha proseguito.
Il ministro della Protezione civile ha poi precisato: “In linea di principio può farlo sulle materie che sono state richieste e indicate dalla stampa, ma c’è un problema di opportunità e la politica deve anche obbedire alla regola non scritta della opportunità. Spero non sia una provocazione politica“. Nelle regioni del mezzogiorno d’Italia permangono delle perplessità, anche all’interno della coalizione di governo. “Non è detto che tutte le Regioni debbano usare l’Autonomia differenziata. La richiesta di Zaia è legittima, se non fosse una provocazione politica. Cominciamo a lavorare sulla individuazione dei lep che costituiscono il presupposto per potere dire che la riforma c’è e può partire“, ha poi concluso.
Autonomia, la parola di Luca Zaia
Immediata la replica del governatore del Veneto che afferma: “Non c’è alcuna fuga in avanti. C’è una legge della Repubblica che io ho seguito – ha aggiunto – Se poi qualcuno pensa che si facciano delle leggi di facciata, lo dica…“. Presto Zaia riunirà la Consulta per l’autonomia veneta a cui parteciperanno i rappresentanti di 50 categorie economiche.
“Non creerei un caso“, risponde oggi Zaia a 24 Mattino su Radio 24. Quella sull’autonomia è “una legge della Repubblica italiana promulgata dal presidente della Repubblica il 26 giugno, la legge è chiara, è in italiano. Quindi io ho fatto semplicemente quello che prevede la legge, non c’è nessuna forzatura. È ovvio che questo è un percorso che si fa in due perché c’è una controparte nazionale, controparte in senso buono, che è il Governo e quindi l’intesa si firma in due. La legge dice che si può da subito attivare e chiedere l’apertura del tavolo per le prime nove materie, punto: è esattamente quello che ho fatto“.
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