“Essendo l’Autonomia regionale differenziata complessa e quindi disomogenea e collegata alla Legge di Bilancio, non dovrebbe essere ammissibile il referendum abrogativo“, così il ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, manda in tilt le opposizioni, mettendo in dubbio il duro lavoro portato avanti fino ad ora. I banchetti per la raccolta delle firme per il referendum abrogativo, sparsi su tutto il territorio italiano, e la tanta sensibilizzazione portata avanti per i cittadini più confusi, potrebbero rivelarsi inutili di fronte alle volontà della Corte Costituzionale.
Un pericolo che secondo Riccardo Magi “esiste” ma che allo stesso tempo non dovrebbe fermare le opposizioni dalla loro lotta all’autonomia. Così il centrosinistra insorge nuovamente di fronte alle dure parole del ministro Calderoli e lo accusa di voler seminare timori tra le opposizioni per nascondere le sue preoccupazioni sul referendum. Si riaccende così lo scontro su una legge che è un orgoglio del centrodestra e allo stesso tempo è ritenuta un grande pericolo dalle opposizioni.
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In poche settimane, gli italiani hanno votato 700mila volte a favore del referendum abrogativo, mandando un segnale riguardante le reali convinzioni della popolazione. Un risultato che ha permesso al centrosinistra di gioire e annunciare pubblicamente i promettenti numeri ottenuti. Il centrodestra, però, non ha atteso a lungo prima di dare il suo giudizio su ciò che sarebbe realmente accaduto durante la raccolta firme. A dare voce ai dubbi della maggioranza c’è il presidente del Veneto Luca Zaia, che ha accusato le opposizioni di “aver condiviso una narrazione che mira a seminare paura e timori nella popolazione“.
Autonomia, Calderoli: “Prima di parlare di referendum, aspettiamo che la Corte Costituzionale“
Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, ha sostenuto di essere “a favore dei referendum, avendone presentati 30 o 40 in vita mia” e che proprio per questo abbia maturato la convinzione che il referendum abrogativo dell’Autonomia differenziata sia “inammissibile“. Calderoli è consapevole che a decidere sulla materia sarà la Corte Costituzionale, ma ritiene di aver presentato un referendum contro la legge Fornero che presenterebbe diversi punti in comune con quello sull’Autonomia.
Entrambi i quesiti presenterebbero troppi contenuti e sarebbero collegati alla manovra di finanza pubblica e per questo sarebbero piuttosto simili. Visto che il referendum sulla Legge Fornero fu abrogato, Calderoli ritiene che avverrà lo stesso con quello sull’Autonomia. Inoltre, secondo il ministro, esisterebbero altri motivi di inammissibilità del quesito referendario, “legati all’obbligatorietà costituzionale della legge con riferimento in particolare all’articolo 116 della Costituzione e ancora nella definizione dei Lep, e all’obbligatorietà dell’attuazione dell’articolo 119 della Costituzione ovvero federalismo fiscale e perequazione ordinaria e straordinaria“.
Non trascurabile, poi, secondo Calderoli, la necessità che affinché il referendum sia valido sia necessario non solo controllare che il numero delle firme sia reale, con relativo accompagnamento del certificato elettorale di ogni cittadino, ma bisognerà certificare che cinque consigli regionali abbiano deliberato lo stesso testo referendario. E secondo il ministro per gli Affari regionali, queste caratteristiche ancora non esistono.
Le reazioni delle opposizioni alle parole di Calderoli
Le opposizioni non si sono lasciate influenzare dalle parole del ministro, sostenendo in parte che le sue affermazioni derivino dal timore del voto. “Per fortuna non decide Calderoli ma la Consulta” ha tuonato Alessandro Alfieri, responsabile Riforme del Pd, aggiungendo: “Capisco che sono spaventati dal numero di firme raccolte in pochi giorni, ma Calderoli stia più tranquillo. Al di là dell’ammissibilità del quesito, noi stiamo facendo questa battaglia per sensibilizzare l’opinione pubblica su una riforma pasticciata che fa male tanto al Nord quanto al Sud“.
Alfonso Colucci, del Movimento 5 Stelle, ha invece affermato: “La veloce raccolta delle firme per il referendum lancia un chiaro segnale a Calderoli e al governo intero contro l’autonomia. Confidiamo nel fatto che la Corte costituzionale, ma soprattutto i cittadini, possano determinare l’abrogazione di questa riforma che spacca l’Italia in due“. Raffaella Paita, di Italia Viva, ha invece sostenuto che il ministro “teme la consultazione popolare e il raggiungimento del quorum” perché “la raccolta firme sta procedendo spedita ed è un bellissimo esercizio democratico. La risposta dei cittadini, da Nord a Sud, è stata straordinaria, più di quanto il ministro Calderoli si aspettasse. E il suo nervosismo lo dimostra“.
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