Il ministro per gli Affari Regionali, Roberto Calderoli è sicuro sulla questione dell’autonomia differenziata: il via libera entro l’inizio del 2024. In un’intervista a La Stampa rivela le tempistiche: “Oggettivamente potremmo concluderla entro l’anno, ma avendo una certa sensibilità parlamentare prevedo l’inizio del 2024”.
Calderoli sull’autonomia differenziata: attesa al 2024
Sull’autonomia differenziata Calderoli detta le tempistiche: “Prevedo l’inizio del 2024. Non ci facciamo prendere da allarmismi. La commissione Bilancio del Senato, la settimana prossima, darà i pareri su 9 dei 10 articoli del disegno di legge e allora si potranno votare gli emendamenti Non escludo che la Camera apporti modifiche al testo che sarà approvato in Senato. Forse servirà un passaggio in più” dichiara.
Calderoli punta alle materie che devono essere discusse nel negoziato tra governo e regione. “Le Regioni sono libere di chiedere tutte le materie che vogliono, ma spetterà poi a governo e al Parlamento decidere quali e come trasferirle. I senatori in ferie per cinque settimane non ci andranno, io voglio iniziare a votare gli emendamenti dalla prossima settimana. Non c’è nessuno stop“ aggiunge.
Autonomia differenziata: che cos’è
L’autonomia differenziata riguarda la possibilità di riconoscere le condizioni particolari di autonomia – appunto – alle Regioni ordinarie su specifiche materie. Il ministro Calderoli ha proposto un disegno di legge con un elenco molto corposo di materie per le quali le regioni possono richiedere l’autonomia differenziata: sanità, istruzione, energia, ambiente e trasporti. Parte decisiva della partita sarà la discussione intorno ai Lep, livelli essenziali per le prestazioni, che mobilitano i partiti anche in funzione della regione di provenienza dei singoli deputati e senatori. Su tale argomento si giocherà gran parte del futuro del disegno di legge Calderoli.
Il tema del riconoscimento di forme e condizioni particolari di autonomia per le Regioni ordinarie, ai sensi dell’articolo 116, comma 3 della Costituzione, è al centro del dibattito sul rapporto tra Stato e Regioni dopo l’esito del referendum sulla riforma costituzionale. Ciò anche a seguito delle iniziative intraprese nel corso del 2017 dalle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.