Renzi e Schlein uniti contro Calderoli: la strana coppia del “no” all’autonomia

Entro settembre dovranno essere raccolte 500mila firma, ma la Corte di Cassazione potrebbe ritenere il referendum non democratico. Le opposizioni però non vogliono mollare la presa e continua a lottare contro la cosiddetta riforma spacca-Italia

Redazione
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La riforma dell’autonomia differenziata ha ottenuto il soprannome di “spacca Italia“, per la sua propensione a dividere le Regioni del Paese in nome di una diminuzione di burocrazia; eppure, ieri, la riforma a firma Roberto Calderoli è riuscita in un compito che molti altri hanno fallito: unire le opposizioni. Elly Schlein ha avuto un assaggio di campo larghissimo, grazie alla presenza di Giuseppe Conte, Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni, Maria Elena Boschi, Rosy Bindi e Riccardo Magi che insieme a lei si sono impegnati nella presentazione del quesito referendario sull’autonomia differenziata alla Corte di Cassazione di Roma.

La Legge fortemente voluta da Luca Zaia non convince il polo della sinistra e parte di quello dei centristi, come dimostra la presenza di Maria Elena Boschi, e sin dalle prime votazioni l’opposizione ha mostrato di saper fare muro contro le richieste del governo. La costruzione di un’alternativa alle destre è dunque possibile, anche se gli ostacoli sembrano ancora troppi. Innanzitutto, la sinistra sembra riuscire ad allearsi solo nel momento in cui c’è da dire “no“. “Il lavoro di tessitura dell’alternativa va fatto sui ‘per’ molto prima che sui ‘contro’” ha infatti dichiarato la segretaria del Pd Elly Schlein, ma la strada sembra ancora molto lunga.

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Il maxi comitato davanti alla Corte di Cassazione

All’interno del campo larghissimo, poi, ha fatto discutere la presenza di Italia Viva, rappresentata da Maria Elena Boschi. Matteo Renzi si è dunque schierato al fianco di chi sta cercando di abolire il Jobs Act, riforma di sua invenzione. Anche su questo Elly Schlein si è mostrata particolarmente fiera: “Sarebbe più funzionale la presenza di un centro nel nostro schieramento. Ma deve essere un centro, non tanti centri“.

Il grande assente della giornata era proprio Carlo Calenda, che si è impegnato a rispondere alle insinuazioni della dem, che lo aveva definito meno “politico” di Renzi: “Cara Schlein, non è un problema di essere o non essere politici ma di che cosa serve o non serve al Paese. È un’accozzaglia populista e filo-putiniana con una spruzzata di centri non serve a nulla“.

Autonomia, l’obiettivo è raccogliere 500mila firme

Il quesito referendario è stato quindi consegnato alla Corte di Cassazione ed ora l’obiettivo delle opposizioni è quello di raccogliere almeno 500mila firma entro settembre per dimostrare le intenzioni del popolo nei confronti della riforma. “Non è una via facile ma è quello che deve fare un’opposizione seria” ha dichiarato il segretario di +Europa Riccardo Magi, pronto a combattere insieme ai colleghi per raggiungere l’abrogazione della legge “spacca Italia“. A lottare insieme al centrosinistra sono intervenute numerose associazioni e organizzazioni, dall’Anpi al Wwf, passando per l’immancabile Cgil di Maurizio Landini.

Prepariamoci perché parte una nuova estate militante” ha dichiarato convinta Elly Schlein, pronta a cavalcare l’onda del successo che sembra aver travolto il Pd a seguito delle Europee e della amministrative di quest’anno. Il tour delle piazze e dei paesi sembra aver funzionato e Schlein, dunque, non vuole cambiare assolutamente strategia. La segretaria, infatti, in una riunione avvenuta ieri con la dirigenza del partito, avrebbe spronato i suoi a girare per l’Italia e partecipare a feste e manifestazioni, anche quelle che sembrano più ininfluenti.

Elly Schlein
Elly Schlein, segretaria del Pd

Così il Pd spera di tornare al successo, e al governo, convincendo gli italiani uno a uno, grazie ai militanti del partito. Intanto, si continua a lavorare anche all’ex campo largo che ora sembra avere un nuovo nome: il “largo Rassemblement“. Non importa che il nome richiami il partito di destra di Marine Le Pen, ciò che conta è la sostanza, cioè “tutti insieme contro l’autonomia“.

Entusiasta anche il leader del M5S Giuseppe Conte, che ha sostenuto: “Stiamo offrendo ai cittadini l’occasione di contrastare lo ‘spacca-Italia’. Lo firmeremo tutti insieme per evitare la condanna a morte della sanità, dell’istruzione, delle infrastrutture, specialmente nelle aree più in difficoltà del Paese. Non ci fermeremo con calci e pugni, sventoleremo il tricolore dell’Italia e dell’unità“.

Calderoli: “L’autonomia vuole riunire un Paese a pezzi

Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli ha risposto criticamente alle opposizioni in un’intervista al Corriere della Sera. Secondo il ministro l’autonomia differenziata vuole rimettere insieme un Paese che è già a pezzi, per garantire i diritti civili e sociali che oggi non sono garantiti, per risolvere le questioni settentrionale e meridionale“, mentre la richiesta del referendum suona come un modo di agire disperato, come se a chiederla fosse “l’orchestra che suona sul Titanic“.

Calderoli è stato particolarmente duro su due aspetti: il primo è la decisione delle opposizioni di chiedere un referendum abrogativo su una legge che non è ancora in vigore, in quanto vi entrerà “il prossimo 13 luglio“, il secondo riguarda le motivazioni che sostentato la richiesta del referendum. “Mi sarei aspettato che il quesito referendario mettesse in luce presunti punti critici, problemi. Invece no. Una riga appena per chiedere l’abolizione della legge. E chiamare l’Autonomia la ‘spacca Italia’ senza prendersi la briga di spiegare il perché. Ma la fretta può fare brutti scherzi” ha dichiarato Calderoli.

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