Cei attacca l’Autonomia: “Un pericolo mortale per il Sud”

Il vicepresidente della Cei ha espresso le sue preoccupazioni sull'Autonomia, sostenendo che questa possa portare a "pericoli mortali" e ad un "Far West" delle Regioni

Redazione
5 Min di lettura

La riforma costituzionale dell’Autonomia differenziata continua a non essere ben vista negli alti ranghi della Chiesa cattolica. Lo confermano le parole del vicepresidente della Cei, Francesco Savino, che in una intervista a Repubblica ha fatto emergere i suoi dubbi e le sue preoccupazioni sul provvedimento. Incertezze che vengono rilasciate nello stesso giorno in cui il padre dell’Autonomia, il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli, conferma la sua volontà di portare a compimento l’opera, senza alcun tipo di apprensione nei confronti del referendum abrogativo voluto dalle opposizioni.

Lo scontro è ancora aperto e le parti in gioco sembrano aumentare sempre di più. Dai sindaci delle città del Sud Italia ai leader del centrosinistra, fino agli esponenti della Chiesa, tutti sembrano avere qualcosa da ridire sul provvedimento. Al coro di sdegno sembra unirsi, seppur debolmente, anche Forza Italia. Nel mese in cui il partito di Antonio Tajani ha provato a staccarsi dalla maggioranza, arriva dunque anche una semi bocciatura del testo, proprio dalle labbra del leader del partito. La mancanza dell’individuazione dei Lep, infatti, sembrerebbe un monito sulle difficoltà di applicazione della riforma, anche se dagli ambienti di governo continuano a giungere parole di conforto.

Il contrattacco sulle parole del vescovo Savino è arrivato dal governatore del Veneto Luca Zaia, che non ha mai abbandonato il suo ruolo di difensore principale del provvedimento. “Le dichiarazioni riportate appaiono basate su una lettura fuorviante e fortemente di parte” ha sostenuto il presidente di Regione, portando avanti ancora una volta la sua visione più che positiva della riforma. Nessun tentativo di lasciare indietro il Sud, né una volontà di favorire il Nord, l’Autonomia serve a migliorare l’Italia per intero, ma l’unico modo per dimostrarlo è mettere in atto il provvedimento.

Savino: “L’Autonomia è un pericolo mortale

Il Sud ha capito che la riforma è un cavallo di Troia per creare due Italie: una prospera, l’altra abbandonata a se stessa“, così il vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana ha commentato il provvedimento a firma Calderoli, sostenendo che questo possa in qualche modo mettere in pericolo l’unità della nostra Nazione. Secondo il vescovo di Cassano allo Ionio, i cittadini del Mezzogiorno avrebbero iniziato a comprendere i “pericoli mortalia cui l’Autonomia condannerebbe il Paese e per questo si starebbero mobilitando in massa per fermare la sua applicazione.

Progetto senza titolo 2024 08 27T222246.882
Francesco Savino, vicepresidente Cei

L’estate militante delle opposizioni, che si sono divise per l’Italia per raccontare la loro versione sulla riforma, invitando i cittadini a firmare per chiedere un referendum abrogativo, ha portato i suoi frutti. Centinaia di migliaia di firme, che dimostrerebbero la reale intenzione degli italiani. Così il progetto del centrodestra sembra perdere credibilità, nonostante gli esponenti della maggioranza continuino a difenderlo, in ogni occasione. Il vicepresidente della Cei, conclude le sue considerazioni lanciando un monito: “Con l’Autonomia non solo avremo tante Italie quante le Regioni, ma si rischia pure il Far West“.

Zaia: “Questa volta la Chiesa indica una via sbagliata

Sono sorpreso e rammaricato dalla posizione espressa dal vicepresidente della Cei” ha dichiarato Luca Zaia, sostenendo che il commento del vescovo Savino possa essere nato da una lettura “superficiale” del provvedimento che non ne ha permesso la totale comprensione e soprattutto le possibilità positive che esso porta con sé. “Il Nord e il Sud sono gemelli siamesi: se affonda il Sud, affonda anche il Nord” ha spiegato poi il governatore del Veneto, portando nuovamente avanti la tesi per cui la riforma non punta ad una spaccatura del Paese ma alla soluzione delle disparità tra Regioni, che invece sono state causate proprio dal centralismo.

Non vi sarà alcun Far West, mi dispiace constatare questa superficialità nella valutazione” ha sottolineato Zaia, per poi chiedersi se la posizione del vicepresidente della Cei sia isolata o se sia l’indicazione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana. In tal caso, però, la considerazione del governatore veneto è piuttosto aspra: “Siamo abituati ad una Chiesa che indica la via, che rispettiamo, ma questa volta la direzione è sbagliata, alimentata almeno in parte da un’informazione di parte“.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo