Tutti i leader dell’opposizioni si sono presentati davanti la Cassazione per depositare il quesito referendario che chiede l’abrogazione della legge sull’Autonomia differenziata, così da avviare la raccolta firme nel Paese. Il quesito referendario è il seguente: “Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86, ‘Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione’?” Per abrogare la riforma voluta dal governo Meloni, bisognerà rispondere “Sì”. Il quesito è stato presentato da 34 sigle, fra partiti, sindacati e associazioni.
Autonomia: il rischio per Calenda
“Il referendum sull’autonomia lanciato da Landini e entusiasticamente rilanciato da tutte le forze di opposizione tranne Azione è sbagliato per ragioni pragmatiche“. Per Calenda infatti “per raggiungere il quorum dovremmo portare a votare tredici milioni circa di italiani in più rispetto a quelli che hanno votato alle europee i partiti che lo propongono. Di fatto hanno scelto il campo più vantaggioso per la destra per combattere questa battaglia“. Lo scrive in un lungo post su X.
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“I voti di destra – spiega – si salderanno con l’astensione. E se, come gli stessi promotori giudicano probabile, il quorum non verrà raggiunto Meloni potrà legittimamente sostenere che tutte le forze sindacali e politiche di opposizione unite, sono minoranza nel paese. Quando la politica diventa una rincorsa a chi la spara più grossa rischia davvero di finire male. Quando il referendum ci sarà voteremo per l’abolizione dell’autonomia, ma riteniamo lo strumento sbagliato“.
Il leader di Azione poi aggiunge: “Varrebbe la pena domandarsi quali sono i problemi del Sud (che ne ha tantissimi) indipendentemente dall’autonomia. E qui emerge il limite del Fronte Popolare in versione italiana da Renzi a Landini: non produce mai una proposta, perché non è d’accordo su nulla“, conclude.
Autonomia: il referendum abrogativo
Venerdì 5 luglio, il segretario della Cgil Maurizio Landini ha depositato il quesito referendario abrogativo della cosiddetta «legge Calderoli», progetto-bandiera della Lega di Matteo Salvini. Assieme al segretario, davanti alla Cassazione a Roma, si sono presentati: la leader del Pd Elly Schlein, il presidente del M5s Giuseppe Conte, i portavoce di Alleanza Verdi-Sinistra Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi, il leader di Più Europa Riccardo Magi e il segretario di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo.
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