Il presidente di Confindustria rilancia: “Sono 23 anni che aspettiamo riforme, il mondo è cambiato”. Il ministro detta i tempi: “Martedì il testo sarà in pre consiglio”
La riforma delle autonomie si avvia all’ultimo miglio. A spingerla nella direzione del Consiglio dei Ministeri anche il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nell’ambito di un convegno a Venezia, venerdì mattina. Convegno a cui ha preso parte anche il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli, frontman della riforma tanto sostenuta dalla Lega.
I tempi di Calderoli
La riforma sarà martedì in preconsiglio, poi la settimana prossima la proposta di legge potrà essere approvata in maniera preliminare, e poi arriverà in conferenza unificata per essere sottoposta a un parere. A quel punto poi ci sarà il vaglio del Consiglio dei Ministri e, successivamente, il passaggio al Parlamento per il voto finale. Questi i tempi di una riforma molto attesa anche dagli industriali.
Bonomi vuole accelerare
A Venezia Bonomi ha parlato nell’ambito dell’evento dal titolo “Transizione e sviluppo: il futuro dell’Ue e delle Regioni”. “Da quando si è pensato alle 23 materie devolute alle Regioni erano 22 anni fa, nel frattempo il mondo si è trasformato. Abbiamo assistito a grandi cambiamenti, dalla pandemia agli shock energetici. Con molta onestà intellettuale dunque, si dovrebbe pensare a qualche riflessione su come effettivamente queste materie debbano essere ripartite. Al momento ci sono al momento tante emergenze nazionali, internazionali, ma si è voluto accelerare, giusto sbagliato, il tema delle riforme istituzionali: certo, accelerare è una parola forte: sono 22 anni che ne stiamo discutendo. Poi è rimasto tutto fermo. Però questi 22 anni non è stato un tempo sprecato ma è stato il tempo di una osservazione lunga che ci dice che rispetto a quello che si era pensato, le famose 23 materie devolute alle regioni, le condizioni sono cambiate. Lo scenario internazionale è cambiato e su alcune materie qualche riflessione va fatta per vedere se ha davvero ancora senso ridurre alcune materie a micro gestioni o tenerle a livello nazionale”,
Le due condizioni di Bonomi
Per Bonomi “ci sono due condizioni quindi da affrontare: una fortissima revisione e riallocazione della spesa pubblica in termini di saldi priorità e la nascita di un fondo strutturale di perequazione da alimentare fino a conseguimento di quei risultati da monitorare di anno in anno per verificare se effettivamente con le risorse in campo si stiano eliminando quei divari”.
Le rassicurazioni di Calderoli
Sul tema Calderoli poi ha fatto chiarezza rispetto ai timori di chi vede la riforma come un rischio di decentralizzare ancora di più le funzioni dello Stato, arrivando così a indebolire proprio il governo centrale. “Lo Stato non si spacca”, rassicura il rappresentante dell’esecutivo Meloni.