Il vicepresidente del Ppe si schiera contro la decisione del Parlamento europeo di impedire la vendita di tutte le auto non elettriche entro il 2035. Gli standard sono stati approvati all’interno del pacchetto “Fit for 55”
Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia e di Partito popolare europeo, interviene nella trasmissione “Mattino 5” sul proposito di bloccare la vendita di auto non elettriche entro il 2035: «Noi abbiamo chiesto di ridurre le emissioni fino al 90% per permettere alla nostra industria di lavorare con auto non elettriche. Il Pd ha fatto la scelta, insieme alla sinistra di votare contro l’auto e mettere a repentaglio centinaia di migliaia di posti di lavoro. Chiederemo al premier Draghi di intervenire per evitare una sciagura che metterebbe in difficoltà centinaia di migliaia di lavoratori».
Il leader del partito di centrodestra si schiera contro le tempistiche ridotte fissate che risultano impossibili da mantenere per le aziende produttrici: «Si fissano tempi che non sono facilmente rispettabili, molte industrie, soprattutto quelle che fanno componentistica dell’auto, sono in difficoltà e non riescono a riconvertirsi».
L’attacco alle politiche del Pd
Poi la stoccata contro la fazione opposta: «Sorprende che il Pd si sia schierato contro i lavoratori. Noi siamo a favore della transizione ecologica ma abbiamo fatto proposte di buon senso».
Tajani si mostra soddisfatto verso il ministro Cingolani, che ha condiviso l’emendamento del Ppe sullo stop al 90% delle emissioni e sul passaggio verso l’elettrificazione afferma: «Bisogna andare nella direzione di una transizione ecologica fattibile. La nostra battaglia non si conclude con il voto di ieri. Con i sindacati ci incontreremo ritengo la settimana prossima e vogliamo affrontare con loro i rischi che derivano dalle scelte dissennate del Pd e della sinistra. Rischiamo di dare in mano cinese la produzione delle batterie elettriche. Ci stiamo battendo per liberarci dal gas russo ma lavoriamo per arrivare alla dipendenza dalla Cina».