Augusto Barbera e quel commento sulle donne “impazienti”: “Sono stato frainteso ora mi spiego”

Messo alla gogna sui social per la frase: "Lo dico a molte donne impazienti, che nell'auspicare nuovi traguardi, non bisogna dimenticare quelli che sono stati i progressi fatti", Barbera corre ai ripari con un comunicato stampa rivolto proprio a loro

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Eletto martedì all’unanimità Augusto Barbera è il nuovo presidente della Corte costituzionale. L’85enne professore emerito di Diritto costituzionale all’Università di Bologna ricoprirà la carica per un anno, fino allo scadere del mandato fissato per il 21 dicembre 2024.

Il suo primo atto da presidente è stato quello di nominare i giudici Franco Modugno, Giulio Prosperetti e Giovanni Amoroso vicepresidenti della Consulta. Il suo “secondo atto” invece, è stato quello di fare una gaffe involontaria che gli è costata lo sdegno di tutto il popolo social.

Augusto Barbera: “Le donne hanno tutto il diritto di essere impazienti”

Ma ricostruiamo i fatti e spieghiamo cosa è successo prima della grande bufera social. Tutto è iniziato il giorno del suo discorso da nuovo presidente della Consulta e dalla domanda della giornalista che lo interrogava sul tema della parità di genere e sulla donne più in generale nell’ambito della magistratura. Lui risponde. Il discorso è lungo, complesso, articolato e studiato, cioè da persona che ha effettivamente studiato la storia delle vittorie femminili ottenute grazie alla Corte. Dopo questi fiumi di parole arriva la frase pronunciata dal neopresidente della Consulta che ha azzerato tutto il discorso precedente: “Lo dico a molte donne impazienti, che nell’auspicare nuovi traguardi, non bisogna dimenticare quelli che sono stati i progressi fatti“.

Ora, ragioniamo sull’interezza della vicenda. Tutti sono a conoscenza che i social sono bravissimi ad indignare i suoi utenti, che non aspettano di alterarsi per quei 15 minuti dopo aver visto un’ingiustizia random sul proprio cellulare. Ma non tutti si ricordano che molto spesso, quello veicolato sulle piattaforme è solo un frame, una frase, un qualcosa estrapolato dal contesto e buttato in pasto al pubblico famelico. Se le persone avessero ascoltato davvero tutto il discorso di Barbera questa polemica non sarebbe mai esistita. Avrebbero colto il senso di quella frase e anche il contesto. L’avrebbero presa non come una critica o un’offesa, ma come l’esortazione a tenere conto dei progressi che ci sono già stati.

E’ stato lo stesso Augusto Barbera, dopo aver osservato gli eventi mediatici per due giorni, ad intervenire con un comunicato per stoppare la valanga di polemiche: “Le donne hanno tutto il diritto di essere impazienti. Non mi sognerei mai di pensare che l’impazienza di reclamare un diritto possa in qualche modo avere un’accezione negativa. Al contrario, le donne hanno tutto il diritto di essere impazienti ed è questo che ho affermato nella conferenza stampa“.

Poi, ha continuato a spiegare: “Anche grazie alla Corte costituzionale si è profuso il massimo impegno per raggiungere un giorno l’obiettivo, purtroppo ancora lontano, della piena parità dei generi. Mi auguro che da questo percorso, intrapreso molti anni fa, si continui a trarre alimento per le lotte che riguardano tutti noi“.

Augusto Barbera: “Attenzione a non tramutare espressioni di debolezza in prevaricazioni”

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Augusto Barbera

Prima delle donne il neopresidente ha fatto altre affermazioni in merito alla maggioranza che guida il nostro Paese. Subito dopo l’elezione all’unanimità – con un’unica scheda bianca, molto probabilmente la sua – Barbera ha espresso delle remore sulla richiesta del voto di fiducia avanzata da parte della maggioranza, considerandola “un’espressione di debolezza” e ha esortato a “fare attenzione a non tramutare quest’ultima in espressioni di prevaricazioni“. Inoltre, a proposito dei maxi emendamento ha dichiarato a TGCOM24: “Sono obbrobriosi perché raccolgono istanze, interessi e progettini che i parlamentari non riescono nemmeno a conoscere e su cui si chiede la fiducia. Non li condanno, ma in in assenza di altre regole diventa ahimè inevitabile che vi si debba ricorrere. Con l’auspicio che sia dia più spazio agli emendamenti dei parlamentari“.

Per quanto riguarda, invece, i commenti sul presunto assalto all’indipendenza della Corte da parte della maggioranza ha dichiarato: “È un allarmismo di un costituzionalismo ansiogeno che non è in linea con le regole vigenti. Oggi non è possibile nessuna occupazione della Corte costituzionale. Se questa maggioranza vuole eleggere il giudice deve mettersi d’accordo con altre forze politiche o presentare un candidato che abbia un successo personale tale da spingere tutte le forze politiche votarlo. La Corte non può occuparla nessuno“.

Chi è Augusto Barbera

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Augusto Barbera

Augusto Barbera è nato ad Aidone, in provincia di Enna, classe nel 1938. Si è laureato a novembre del 1960, all’Università di Catania dove, nel 1968, ha conseguito la libera docenza in diritto costituzionale.

Il nuovo presidente ha alle spalle una prolifica carriera accademica: dal 1994 al 2010 è stato professore ordinario di Diritto costituzionale nelle Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna e sempre tra il 1970 al 1977 ha insegnato all’Università di Ferrara. Dal 1977 al 1994 ha insegnato Istituzioni di Diritto pubblico nella Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Bologna e, quasi in contemporanea, dal 1969 al 1970 Diritto costituzionale italiano e comparato nella Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Catania. Ha svolto l’attività di insegnamento come professore ordinario fino al 2010, presso l’Università di Bologna.

Inoltre, durante la sua vita, si è dedicato alla scrittura. Ha pubblicato 22 volumi e circa 400 tra saggi, note a sentenza, relazioni o interventi a convegni. E’ arrivato alla Corte nel 2015, eletto vicepresidente dal Parlamento su indicazione del Pd e fino ad oggi presidente reggente, da quando a novembre è scaduto il mandato di 9 anni di Silvana Sciarra, a cui ora succede a pieno titolo. Insomma, un giurista affermato e autore prolifico di volumi e saggi sul Diritto costituzionale e politico.

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