Dalla Spagna i media rilanciano l’individuazione dei presunti responsabili del gesto a Barcellona. Intanto gli inquirenti ricostruiscono il contesto
Cinque ragazzi incappucciati. Potrebbero essere loro i responsabili dell’attacco nella sede di Barcellona dell’ambasciata italiana, portato avanti nella notte insieme a quello di Berlino. Ne sono convinti i media spagnoli che rilanciano l’attività di indagine sul territorio.
La ricostruzione di Roma
Intanto sul caso lavora anche Roma, con il reparto Antiterrorismo che opera sul campo con il lavoro della Digos e del Ros dei carabinieri. Dalle informative al momento sul tavolo degli inquirenti, il caso sarebbe da ricollegare agli anarchici. La pista si segue perché i due fatti delle ultime ore arrivano a poco meno di due mesi da quello contro Susanna Schlein, primo consigliere dell’ambasciata ad Atene, rivendicato dagli anarchici greci.
La notte del 2 dicembre scorso venne data alle fiamme l’auto della diplomatica, sorella della candidata alla segreteria del Pd, Eli Schlein, mentre venne trovata una bomba molotov, inesplosa, vicino a una seconda auto parcheggiata sotto l’abitazione. Sei giorni dopo, l’8 dicembre, gli anarchici greci avevano rivendicato la responsabilità del gesto: il gruppo “Carlo Giuliani revenge nuclei”, in un testo pubblicato su Internet, aveva espresso solidarietà ad Alfredo Cospito, in sciopero della fame da ottobre, perché sottoposto al 41bis. Cospito è in carcere per aver gambizzato nel maggio del 2012 Roberto Adinolfi, ad di Ansaldo Nucleare. Il 30 dicembre scorso un altro atto vandalico: era stato imbrattato il portone del consolato italiano a Porto Alegre, in Brasile, ed erano stati ritrovati bigliettini con messaggi di solidarietà a Cospito.