Da FdI giunge un ddl sulla falsa riga di Gasparri. Per Roccella “non avrà alcun seguito”, ma la storia della ministra è piena di ambiguità
Torna nel battibecco politico – ma in realtà non si è mai arenato – la questione sull’aborto. Fratelli d’Italia scopiazza Forza Italia e deposita un disegno di legge a prima firma del senatore Roberto Menia che punta a modificare l’articolo 1 del codice civile ‘in materia di riconoscimento della capacità giuridica a ogni essere umano’, per conferire soggettività giuridica all’embrione fin dal concepimento e non dalla nascita. All’opposizione, il ddl targato Fratelli d’Italia, casa della premier che in campagna elettorale prometteva alle “pseudofemministe” di non toccare la 194, suona come un attacco esplicito.
L’opposizione insorge: le repliche di Boldrini (Pd) e Ascari (M5S)
“La destra oscurantista in questo modo vuole che la donna che interrompe la gravidanza commetta un omicidio. Aberrante. Difenderemo con ogni mezzo l’aborto e l’autodeterminazione delle donne”, così la deputata del Pd Laura Boldrini.
“Giorgia Meloni aveva promesso che non avrebbe toccato la legge 194, ma ciò che sta cercando di fare la sua maggioranza è ancora più subdolo – attacca Stefania Ascari, deputata del Movimento 5 Stelle e membro della commissione Giustizia – senza mettere direttamente le mani sulla legge, vuole renderla inapplicabile mirando a equiparare l’interruzione di gravidanza all’omicidio”. “Oltre a Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, altri senatori di Fratelli d’Italia, tutti maschi, – aggiunge – hanno proposto una legge per riconoscere personalità giuridica all’embrione fin dal concepimento. Così una donna che, per qualsivoglia motivo, vuole o deve interrompere la gravidanza, potrebbe essere accusata di omicidio. È la negazione totale del diritto all’aborto, già costantemente sotto attacco in Italia tra iniziative regionali e medici obiettori“, conclude.
La ministra ex radicale: “Non avrà alcun seguito”
Per la ministra della famiglia, della natalità e delle pari opportunità – un nome un programma – Eugenia Roccella, interpellata dall’AGI, il ddl Menia “è un’iniziativa personale, non avrà alcun seguito”.
In altre occasioni la ministra è stata meno ermetica sulla tematica. Lo scorso agosto in un’intervista in diretta su La7 sentenziava: “L’aborto è un diritto? Io sono una femminista e le femministe non lo hanno mai considerato un diritto”.
Alla vigilia dell’insediamento del governo Meloni, andava in scena su La Stampa un dibattito fra la ministra – che ricordiamo essere figlia del fondatore del Partito Radicale Francesco Roccella e della pittrice femminista Wanda Raheli e di aver militato nel Movimento di Liberazione della Donna, a favore dell’aborto libero e gratuito – e la scrittrice Loredana Lipperini che citava il libro “Aborto, facciamolo da noi” del 1975 curato proprio da Roccella in cui si parlava anche delle interruzioni di gravidanza con il metodo Karman, ovvero con l’aspirazione in luogo del raschiamento: una pratica che evitava le complicazioni in un’epoca in cui l’interruzione di gravidanza era illegale.
Roccella scriveva che “a difendere il diritto all’aborto dobbiamo essere proprio noi femministe”. Nella risposta a La Stampa, ammetteva in parte la contraddizione (“Parlavamo di diritto? Sì, lo facevamo. In realtà erano i radicali a farlo, a differenza delle femministe storiche”). Poi però si premurava di replicare nel merito, sostenendo di non aver “rinnegato proprio nulla: anche allora l’aborto non era la nostra massima aspirazione, ma un male necessario, per non essere schiacciate in un ruolo che chiudeva le donne in una gabbia di oppressione e subalternità”
Il ministero di Roccella, un nome un programma
In un’intervista a Famiglia Cristiana di giovedì riafferma le linee programmatiche del suo ministero: “Il programma politico del mio Ministero è nella sua denominazione. E se la natalità è l’obiettivo finale, per contrastare l”inferno’ demografico in cui ci troviamo le pari opportunità sono il cuore delle politiche necessarie per perseguirlo nell’immediato”.
Quello di Roccella è un programma che mette insieme famiglia, natalità e pari opportunità. Un programma, certo ambizioso, ma che ha all’interno l’ombra di un ultraconservatorismo che guarda alle donne come contenitori di embrioni e non come persone dotate di corpi liberi. Anche se Roccella rassicura, questi corpi restano ancora da liberare.