Appalti truccati, chiesti i domiciliari per Totò Cuffaro: indagati anche Saverio Romano e Carmelo Pace

A diversi indagati, i carabinieri hanno notificato un decreto di perquisizione disposto dai pubblici ministeri. Le perquisizioni sono state disposte "al fine di evitare la dispersione delle prove a seguito dell'invito a rendere interrogatorio preventivo a seguito della richiesta di applicazione di misura cautelare", come spiegato dalla Procura

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L’ex presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro, il deputato regionale Carmelo Pace e il parlamentare di Noi Moderati, Saverio Romano, sono tra le 18 persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione all’interno di un’inchiesta per presunti appalti pilotati nel settore della sanità. Un nuovo terremoto politico che scuote un territorio dilaniato da indagini e inchieste.

Per entrambi la Procura di Palermo ha chiesto gli arresti domiciliari e i carabinieri del Ros hanno notificato a tutti i coinvolti l’invito a comparire davanti al gip per l’interrogatorio preventivo. Solamente a seguito di questo interrogatorio, il gip deciderà se accogliere o meno la richiesta di domiciliari avanzata per Cuffaro e per gli altri e se chiedere al Parlamento l’autorizzazione a procedere per Romano, il quale usufruisce delle garanzie previste dall’articolo 68 della Costituzione.

Inoltre, a diversi indagati, i carabinieri hanno notificato un decreto di perquisizione disposto dai pubblici ministeri. Tra i coinvolti nell’indagine risultano anche alcuni funzionari pubblici e Vito Raso, che è autista e uomo di fiducia dell’ex governatore. Le perquisizioni sono state disposte al fine di evitare la dispersione delle prove a seguito dell’invito a rendere interrogatorio preventivo a seguito della richiesta di applicazione di misura cautelare“, come spiegato dalla Procura.

Appalti truccati, Romano: “Non so nulla, sono tranquillo”

A seguito della diffusione della notizia, si è espresso uno dei diretti interessati. Saverio Romano ha sostenuto di aver appreso dell’inchiesta da organi di stampa. “Non ne so nulla e non ho ricevuto alcuna comunicazione“, ha spiegato, per poi aggiungere di non essere affatto preoccupato da quanto starebbe avvenendo. “Sono assolutamente tranquillo e a disposizione, pronto a chiarire eventuali dubbi dei magistrati, dei quali ho la massima stima e considerazione“, ha poi aggiunto.

Romano è stato già accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Accusa da cui è stato prosciolto nel 2012 dal gip con la vecchia formula dell’insufficienza delle prove. Cuffaro, invece, è stato condannato a 7 anni per favoreggiamento alla mafia. Ha finito di scontare la sua pena nel 2015, dopo essere rimasto in carcere per 4 anni e 11 mesi, grazie all’indulto di un anno per i reati non ostativi e lo sconto previsto dalla liberazione anticipata per buona condotta.

I due indagati hanno un legame politico che dura 30 anni. Entrambi hanno mosso i primi passi all’interno della Democrazia Cristiana, divenendo poi in anni diversi segretari regionali dei giovani Dc. Sia Cuffaro che Romano sono poi passati all’Udc, ma il secondo ha poi lasciato il partito di Casini per fondare il Pd e in seguito sostenere Berlusconi.

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