Il presidente nazionale Luciano Di Tizio fa il punto in vista del prossimo governo: «Si sono persi cinque anni, quando invece si doveva agire giorno per giorno»
«Nulla è cambiato negli ultimi anni, anzi, alcune situazioni sono addirittura peggiorate. Il problema è che manca una visione». Così Luciano Di Tizio, presidente di Wwf Italia, richiama i politici avvisandoli in vista del voto del 25 settembre.
«Al netto delle problematiche globali e della situazione pandemica ed economica emergenziale, dopo una intera legislatura caratterizzata anche da maggioranze ampie, rispetto a questioni ambientali cruciali ci ritroviamo sostanzialmente al punto di partenza del 2018 con alcune situazioni persino peggiorate», spiega il presidente in una nota.
«La cosa più grave è la mancanza di una visione in grado di porre solide basi per una transizione ecologica ormai non più rinviabile. Si sono persi 5 anni preziosi in una situazione che avrebbe richiesto un agire deciso e continuo, a causa dei cambiamenti climatici in atto e della continua, progressiva perdita di biodiversità. L’unico risultato importante ottenuto è l’inserimento della tutela dell’ambiente nella Costituzione con la modifica degli articoli 9 e 41. Una affermazione di principio importante che, tuttavia nella legislatura uscente non ha avuto la concreta applicazione che le emergenze che viviamo avrebbero richiesto. Ci aspettiamo dal prossimo Parlamento e dal prossimo Governo un deciso e urgente cambio di passo, nell’interesse della collettività dei cittadini, nei fatti e non soltanto nelle promesse e negli impegni».
I settori più critici
Il Wwf rileva che «si sono perse le tracce del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, fondamentale anche per impostare nuove pianificazioni e programmazioni capaci di adattarsi e al tempo stesso mitigare gli effetti negativi con cui ormai dobbiamo fare i conti». «Anche questa legislatura si chiude senza che sia stata approvata una legge sul consumo del suolo. Nella legislatura non è nato alcun nuovo parco nazionale e nessuna nuova area marina protetta, mentre la fauna, patrimonio indisponibile dello Stato, continua a subire una completa deregulation venatoria regionale che il governo non cerca neppure di bloccare, nonostante, grazie ai ricorsi delle associazioni ambientaliste, i Tar di tutta Italia censurino costantemente le politiche filovenatorie delle Regioni».
Gli aspetti positivi
È positivo invece secondo il Wwf che il ministero della Transizione Ecologica «abbia concluso la nuova Strategia Nazionale sulla Biodiversità, ma il lavoro sembra più compilativo che strategico». Nessun reale miglioramento nella gestione dell’acqua che «continua ad essere gestita come se fosse una risorsa infinita».
Quanto ai rifiuti, la quantità dal 2018 al 2021 appare sostanzialmente stabile. «La mancanza di soluzioni efficaci in campo ambientale è rappresentato dalle procedure d’infrazione che colpiscono l’Italia. Quelle sull’ambiente dal 2018 al 2022 sono aumentate da 13 a 16 confermando l’ambiente come il settore su cui l’Unione Europea maggiormente censura il nostro Paese».