Stefano Bonaccini, presidente del Pd, parla al Corriere della Sera di una possibile alleanza del centrosinistra, tra Pd, M5s, Italia Viva e Avs, dicendo che “le alleanze vanno fatte sui programmi e non per convenienza elettorale. Pochi punti chiari, dichiarati agli italiani, sui quali convergere. Non basta essere contro, ma soprattutto alternativi alla destra, per essere compresi e scelti dagli elettori”. Per questo ha concordato con le parole di Matteo Renzi sul fatto che se le opposizioni non vogliono vedere il governo di centrodestra nei prossimi anni, allora c’è bisogno di “un centrosinistra unito, con una piattaforma progressista e riformista alternativa a quella di destra”.
Alla domanda se ci sia da fidarsi di Renzi, ha detto che i giudizi devono essere dati su programmi e idee, bisogna intanto lasciare nel passato i personalismi e pregiudiziali, mentre si deve ripartire dal confronto se si vuole essere credibili. L’ex presidente dell’Emilia-Romagna si dice sicuro che nelle prossime regionali in autunno in Umbria e in Emilia-Romagna si potrà vedere come andrà il nuovo centrosinistra e questa sarà la dimostrazione che può funzionare, “l’alternativa di cui parlo parte proprio da lì“.
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Bonaccini quando cita Renzi, si riferisce all’intervista del leader di It al Corriere della Sera, dove aveva parlato della possibilità di una futura alleanza centrosinistra: “Vogliamo costruire l’alternativa e per farlo non mettiamo veti. Questo significa che cade il veto che su di noi era stato messo nel 2022. Ma anche noi abbiamo un obbligo, allora: non possiamo mettere veti sugli altri, a cominciare dai Cinque Stelle. Il no ai veti non può che essere reciproco”. Renzi dice che alle Europee Iv ha sfiorato il 4%, cosa che potrà fare la differenza nelle prossime politiche. Quindi potranno essere decisivi, quindi si deve decidere se riaprire la partita del Terzo Polo o ricostruire un centro unito.
Renzi dice che è possibile un’alleanza nel centrosinistra, ma è anche l’unica alternativa per continuare a farci governare da Meloni: “La maggioranza è divisa su tutto, dalla politica estera ai vaccini per i bambini. Però sta insieme grazie al potere, perché usa il potere, senza pudore. L’alternativa è semplice: subire o reagire. Per reagire va costruita l’alternativa, dichiarando chiusa la stagione dei veti e mettendo insieme i voti”.
Dopo aver parlato del bisogno che c’è di creare un’alleanza tra i partiti del centrosinistra, Matteo Renzi ha parlato nel corso della seconda serata della rassegna culturale Ponza D’Autore anche dell’alleanza del centrodestra, definendola non abbastanza unita. Afferma che di solito la politica estera è sempre stata un “collante” per far nascere i governi, mentre oggi in Italia si sta sperimentando l’esatto opposto: Salvini da una parte, Tajani da un’altra ancora e Meloni che non sa dove posizionarsi. Questo potrebbe far sì che “qualcuno a destra crei un partito contro la coalizione di centrodestra, ad esempio Vannacci, e quindi che la destra, che è andata unita alle politiche del 2022, potrebbe andare divisa a quelle del 2027, o 2026″.
Renzi dice che Meloni sta affrontando una fase di discesa, poiché ha sbagliato il posizionamento sull’Europa e è rimasta sola, senza alleati, preferendo i Conservatori, mentre i suoi amici se ne andavano. “Giorgia ha detto ‘votate Giorgia perché votando me io cambierò l’Europa’. Lei ha preso i suoi voti, il 29%, è andata al tavolo per prendere uno dei top jobs ed è rimasta a bocca asciutta. La Von der Leyen, infatti, ha preferito i voti dei Verdi a lei, così Meloni ha preso due sconfitte di fila” ha continuato.
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