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7 ottobre, Mattarella: “Giorno turpe, i sentimenti per Israele non confluiscano nell’antisemitismo”

"Si sta assistendo alla normalizzazione del ricorso alla forza come strumento plausibile di risoluzione delle controversie tra Stati", ha sostenuto il Presidente della Repubblica, aggiungendo che questa giustificazione è ben visibile nei conflitti attuali

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Una pagina turpe della storia“, questa è la definizione che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha dato alla giornata del 7 ottobre 2023. L’inizio del conflitto ancora in corso a Gaza e il momento in cui l’organizzazione terroristica palestinese mise in atto un’offensiva organizzata contro Israele, uccidendo e rapendo cittadini innocenti. Una strage a tutti gli effetti, che oggi viene troppo spesso ricordata solamente come l’origine dell’invasione della Striscia di Gaza.

Il capo dello Stato interviene in questo secondo anniversario con una nota dura e incisiva, a ricordare le brutalità che sono state commesse da entrambe le parti. Pur sottolineando le atrocità in corso ancora oggi, Mattarella ha voluto mettere in chiaro un concetto: “Bisogna rifiutare un accomodante e cinico modo di pensare che rimuova l’infamia di quella giornata“.

Nessun doppio standard, ma solo la consapevolezza che ormai da due anni in Medio Oriente continuano le violenze e gli attacchi in uno scenario in cui la situazione sembra di giorno in giorno sempre più complesso. Nessun riferimento nella nota al piano di pace in 20 punti presentato dagli Stati Uniti di Donald Trump.

7 ottobre, Mattarella: “L’uccisione e le violenze richiamano a una condanna perenne”

Mattarella ha ricordato come l’attacco terroristico del 7 ottobre ebbe come obiettivi i cittadini inermi, tanto da arrecare “un grave danno alla causa della pace e della reciproca sicurezza in Palestina“. A colpire, in particolar modo, sono state le modalità dell’attacco, sferrato sia contro i giovani del Nova Festival sia contro i residenti dei kibbutz al confine con la Palestina.

L’uccisione e le violenze richiamano al dovere di una condanna perenne“, ha spiegato il capo dello Stato, chiarendo che in un anno così particolare, in cui ricorre anche l’anniversario degli 80 anni dalla fondazione delle Nazioni Unite, un obiettivo fondamentale da raggiungere è proprio quello della pace. “Si tratta di una responsabilità collettiva che deve essere condivisa da tutta la comunità internazionale e che non può essere evasa“, ha sostenuto Mattarella, specificando che in questo modo può anche essere combattuta una preoccupante tendenza dell’ultimo periodo.

7 ottobre, Mattarella: “Preoccupante la normalizzazione del ricorso alla forza”

Si sta assistendo alla normalizzazione del ricorso alla forza come strumento plausibile di risoluzione delle controversie tra Stati“, ha sostenuto il Presidente della Repubblica, aggiungendo che questa giustificazione è ben visibile nei conflitti attuali. Il presidente della Repubblica ha poi aggiunto che quanto avviene oggi “non può confluire nel sentimento ignobile dell’antisemitismo che, particolarmente nel secolo scorso, ha toccato punte di mostruosa atrocità“.

Questo stesso pericolo, inoltre, starebbe riaffiorando anche oggi, “fondandosi sull’imbecillità e diffondendo odio“. In ogni caso, Mattarella ha voluto condannare anche quanto messo in atto da Israele, che “fa pagare alla popolazione di Gaza un intollerabile pezzo di morte, fame e disperazione“, sottolineando comunque che queste azioni non possono adombrare quanto compiuto il 7 ottobre 2023. Il presidente della Repubblica, ha concluso invitando Israele a rispettare il diritto internazionale.

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