One Beautiful Bill (BBB) è stato il pomo della discordia tra Elon Musk e Trump, una legge di bilancio che inizialmente l’imprenditore di Tesla aveva approvato, ma che poi ha definito folle. Pare che sia stata proprio questa a fargli fare un passo indietro e a prendere le distanze dal tycoon.
Secondo Musk questa legge “è un disgustoso abominio che aumenterà il debito pubblico e porterà l’America alla bancarotta“. Del parere nettamente contrario è Trump che invece reputa che tale norma potrebbe portare ad un rialzo economico e (soprattutto) riduzione del debito.
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Ma mercoledì 4 giugno il Congressional Budget Office ha bocciato tutte le aspettative, rivelando che il BBB porterà ad una perdita economica importante pari a 2.400 miliardi di dollari. Con tale prospettiva, entro 10 anni, si vedrà un aumento maggiore del debito pubblico che potrebbe arrivare fino a 50 miliardi.
Trump e Musk e la disputa economica che coinvolge Tesla
Ma pare che ad aver fatto arrabbiare ancora di più Musk sia stata una mossa economica di Trump ai danni di Tesla, infatti ha tolto i sussidi per l’acquisto dei veicoli elettrici; a questo si è aggiunto il fatto che sono stati tolti i limiti per le emissioni (che portava benefici al brand). Questa decisione, che va anche contro l’ambiente, pare che abbia preso contropiede lo stesso Elon che ora pare si trovi ad essere “uno tra tanti” nella giungla del business americano.
C’è inoltre un altro aspetto che pare abbia creato disguidi, i Robotaxi, un progetto ideato da Tesla. Entro fine mese le auto con guida autonoma diverranno operative in Texas, ma per far sì che si possano sviluppare in tutto il Paese dovranno essere sviluppate delle regole ad hoc. Dunque, seppur il progetto potrà mostrare la miglior efficienza, tutto dipenderà dal modo in cui verrà regolamentato il tutto, così Trump potrebbe anche mettere in atto un ordine che blocchi i Robotaxi.
Elon scende in politica con un suo partito?
Questa disputa potrebbe rappresentare per Musk un banco di prova per misurare il proprio appeal politico. Il suo allontanamento da Trump, infatti, potrebbe segnare anche la fine del suo sostegno economico alla campagna elettorale dell’ex alleato. Anzi, non è escluso che i due si ritrovino presto su fronti opposti.
Musk è consapevole del peso della sua influenza e sostiene di essere stato determinante per la vittoria elettorale di Trump, anche se quest’ultimo non è d’accordo. Ora sta sondando il terreno: e se fondasse un partito tutto suo? I primi sondaggi lanciati su X sembrano incoraggianti.
Politica 2.0: scontro tra titani (e tra account)
Quel che si prospetta è uno scontro tra titani, a colpi di post, meme e dichiarazioni virali. Una battaglia elettorale moderna, dove il palcoscenico principale non è più un comizio, ma un profilo social.
Un modus operandi che mette al centro il personaggio più che il programma, l’ego più che il servizio pubblico. Un riflesso di una politica sempre più personalizzata, in cui si agisce per ottenere consensi, più che per portare veri benefici ai cittadini-elettori.
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