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Leopoli sotto attacco, 110 pacifisti italiani scampano alle bombe russe. Zelensky: “L’Occidente tace davanti a Putin”

Pioggia di missili e droni su Leopoli, Sumy e Zhytomyr. Un morto e trenta feriti a Shostka, mentre l’Europa condanna. Tajani ringraziato da Kiev per la protezione degli attivisti italiani. Putin avverte gli Stati Uniti: "Se fornite i Tomahawk, le relazioni saranno distrutte"

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La guerra in Ucraina entra nel suo 1.320° giorno, con una nuova escalation di violenza. Nella notte tra sabato e domenica, le forze russe hanno colpito diverse città del Paese: Leopoli, Zhytomyr, Uman, Vinnytsia e Shostka.
Secondo Kiev, si tratta di uno degli attacchi più duri dall’inizio dell’invasione, con oltre 50 missili e 500 droni lanciati contro infrastrutture e centri abitati.

Leopoli, la notte più dura dall’inizio della guerra

La regione di Leopoli, considerata fino a pochi mesi fa una zona relativamente sicura, ha vissuto la notte più difficile dall’inizio del conflitto. Le autorità locali hanno registrato oltre 160 obiettivi aerei: 140 droni Shahed e 23 missili da crociera. È stato il più grande attacco contro la regione dall’inizio della guerra, ha dichiarato il governatore Maksym Kozytskyy. I raid hanno distrutto ospedali, impianti energetici e condomini. Tra le vittime, un’intera famiglia di 4 persone, uccisa nella propria abitazione.

Zelensky: “Putin deride il silenzio dell’Occidente”

Nel suo intervento notturno, Zelensky ha criticato la mancanza di una risposta decisa da parte dell’Occidente. “Non c’è stata una reazione forte e degna. È per questo che Putin si sente libero di agire: deride il silenzio e la mancanza di azioni concrete”, ha dichiarato.
Il presidente ucraino ha inoltre ricordato che molti missili e droni russi contengono componenti prodotti in Paesi occidentali: “Un missile Kinzhal contiene 96 parti di fabbricazione estera. I droni usati contro di noi ne contengono più di centomila. Tutto questo deve essere fermato”. Il leader ucraino ha confermato l’invio di nuove proposte di sanzioni al G7, chiedendo misure immediate per impedire a Mosca di reperire tecnologia e materiali per la produzione di armi.

Putin minaccia gli Usa

Da Mosca, il presidente Vladimir Putin ha risposto con toni duri. Se Washington dovesse fornire missili Tomahawk a Kiev, ha detto, “le relazioni tra Russia e Stati Uniti sarebbero distrutte”. Il Cremlino ha intanto rivendicato i bombardamenti, affermando di aver colpito “infrastrutture energetiche e impianti militari-industriali”.

Tajani ringraziato da Kiev per il sostegno

Il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha ha espresso gratitudine verso l’Italia e verso Antonio Tajani per “le parole di solidarietà e il sostegno concreto”. L’apprezzamento è arrivato dopo che i 110 attivisti italiani del movimento pacifista Mean, a bordo di un treno in transito durante i bombardamenti, sono stati messi in salvo e trasferiti in Polonia. Sybiha ha rinnovato l’appello a “incrementare la pressione su Mosca con sanzioni più dure e un maggiore isolamento diplomatico”.

Sul fronte diplomatico, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il presidente americano Donald Trump hanno ribadito in una telefonata la volontà di “continuare a lavorare insieme per porre fine alla guerra di aggressione russa”, valutando anche l’uso dei beni russi congelati per finanziare l’aiuto militare a Kiev. Intanto la tensione cresce nei Paesi baltici: in Lituania, l’aeroporto di Vilnius è rimasto chiuso per ore dopo l’avvistamento di 25 palloni aerostatici provenienti dalla Bielorussia, alcuni dei quali trasportavano sigarette di contrabbando, causando la cancellazione di trenta voli e disagi a migliaia di passeggeri. A Odessa, invece, lontano dal fronte, la guerra mostra il suo volto più silenzioso: nei vagoni frigoriferi del porto, uomini come Igor e Vassily lavorano ogni giorno per restituire un nome ai caduti ucraini. “È così la guerra, dice Vassily, trasforma qualunque lavoro in un lavoro di merda.” Un gesto di umanità che restituisce identità e dignità a chi non tornerà più a casa.

Mentre i raid russi continuano a colpire il cuore dell’Ucraina, Kiev chiede al mondo di non restare indifferente.
Zelensky chiede azioni, Putin rilancia minacce, e l’Europa cerca di tenere unita una risposta comune.
Nel frattempo, i civili pagano ancora il prezzo più alto di una guerra che non mostra segni di fine.

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