La strage di Ustica è una delle pagine più oscure della storia italiana. Il 27 giugno 1980 un DC9 della compagnia Itavia precipita nel mar Tirreno, al largo dell’isola di Ustica, con il suo carico di 81 persone a bordo. Ottantuno vittime!!!
Per decenni le indagini sulla strage sono state ostacolate da omissioni e depistaggi. Poi nel 2007 la Commissione parlamentare di inchiesta ha stabilito che l’aereo era stato abbattuto da un missile. Ancora oggi la magistratura non è riuscita a individuare i responsabili.
Nel 2015 il ministero della Difesa ha declassificato 32 documenti sui quali vigeva il segreto di Stato, altri sette di questi rimangono segreti.
Il contenuto dei documenti segreti
Nonostante il contenuto dei sette documenti ancora segretati sia sconosciuto, è possibile fare alcune ipotesi sulla loro natura. I documenti potrebbero contenere informazioni sui dati radar che hanno rilevato l’aereo DC9 prima dell’abbattimento; potrebbero anche contenere informazioni sui possibili responsabili della strage, come i servizi segreti italiani o i paesi stranieri.
La posizione del ministro della difesa Crosetto
Non ci sono carte segrete e decisive per la ricerca della verità su Ustica nascoste negli armadi del ministero della Difesa. E’ stato tutto versato all’Archivio centrale dello Stato come richiesto dalla direttiva Renzi, tranne 11 documenti consegnati 3 anni fa alla procura di Roma, che deve ancora dare la sua autorizzazione al versamento. Ed altri 7 per i quali manca il nulla osta degli enti originatori, ma che sarebbero stati già visionati dai magistrati. E, a quanto si apprende, non sembra che i faldoni ancora coperti contengano informazioni determinanti. Questa la posizione del ministero guidato da Guido Crosetto, dopo le dichiarazioni dell’ex maresciallo dell’Aeronautica Militare Giuseppe Dioguardi, sulla presenza di relazioni del Sismi, nella disponibilità del ministero, che ricostruivano quanto accaduto la notte del 27 giugno 1980 sui cieli di Ustica.
La nota posizione del maresciallo Dioguardi è stata ribadita dopo l’intervista di Giuliano Amato che ha riportato i riflettori ad illuminare il caso. L’ex militare sostiene che c’è un dossier del Sismi prodotto nel 1986 dal direttore del servizio, l’ammiraglio Fulvio Martini, in cui si parlava di due Mirage francesi in volo, di un Tomcat americano e di un Mig libico, che non sarebbe stato acquisito dalla procura di Roma, ma rimarrebbe custodito presso la presidenza del Consiglio ed il ministero della Difesa.
Il ministero ricorda come nel 2014 sia stata condotta una ricognizione degli archivi della Segreteria speciale del Gabinetto, dove sono stati rinvenuti 1967 atti su Ustica. Documenti che sono stati tutti già versati all’Archivio di Stato, tra il 2015 ed il 2016, ad eccezione di soli 18 documenti.
E questo è accaduto per la mancanza del nulla osta da parte della procura di Roma, che ne ha acquisiti 11, e degli enti originatori, per gli altri 7. Per questi ultimi la richiesta dell’ok per ottenere la declassificazione ed il versamento, sottolinea la Difesa, è stata “più volte reiterata”, a partire dal 2015. Gli atti sono comunque già stati valutati dai magistrati romani.
Un’altra ricognizione è stata fatta nel 2022 sul cosiddetto “Archivio Lagorio”, ministro della Difesa in quel periodo. Dunque è stato rinvenuto un unico documento non classificato su Ustica, che riporta “una situazione a caldo dell’evento, redatta a favore del capo di Gabinetto del tempo“. Il documento è “in fase di versamento, che sarà effettuato alla prima data utile“. Si tratterebbe di un appunto molto generico che ricostruisce nell’immediato l’esplosione su Ustica.
Sul fronte procura proprio martedì scorso si è svolto un vertice tra i magistrati per fare il punto sull’indagine alla luce delle dichiarazioni di Giuliano Amato. L’intendimento dei magistrati è quello di arrivare ad una definizione del fascicolo – aperto nel 2008 – entro la fine dell’anno.
La richiesta delle famiglie delle vittime
Le famiglie delle vittime della strage di Ustica hanno chiesto ripetutamente la declassificazione dei sette documenti segreti. In una lettera al presidente del Consiglio Mario Draghi, le famiglie hanno scritto: “Chiediamo con forza la declassificazione dei sette documenti segreti. Questi documenti sono fondamentali per scoprire la verità sulla strage di Ustica e per dare giustizia alle 81 vittime.”
L’importanza della declassificazione e la necessità di un impegno politico
La declassificazione dei sette documenti segreti è un passo fondamentale per fare luce sulla strage di Ustica; una questione di giustizia e di verità. I documenti potrebbero fornire informazioni decisive per individuare i responsabili della strage e per chiedere giustizia per le 81 vittime. Dunque è necessario un impegno politico forte e deciso per superare gli ostacoli che ne impediscono tale operazione.