In queste ore si si riuniscono i gruppi parlamentari di Italia viva/Azione: “La necessità di una forza politica riformista in Europa”
Tra stasera e domani si riuniscono i gruppi parlamentari di Italia viva/Azione rispettivamente al Senato e alla Camera. Un doppio appuntamento fondamentale per capire che fine farà nelle aule parlamentari quello che doveva essere il Terzo polo, ma non solo quello. Qualche indicazione precisa dovrebbe arrivare da palazzo Madama, visto che alla riunione di stasera saranno presenti sia Renzi che Calenda dopo un duello a distanza senza esclusione di colpi. La presidente Paita ha annunciato di voler presentare un documento per dire stop alle “aggressioni personali” e per formalizzare l’impegno per “una lista unica per le Europee”, che al momento è la linea di Renzi. In teoria, Italia Viva e Azione a livello comunitario sono impegnati nello stesso progetto di Renew Europe, che in Italia ha come referente Sandro Gozi, e per questo mercoledì i due ex alleati si ritroveranno sullo stesso palco a Roma insieme al presidente Séjourné per partecipare al panel conclusivo dal titolo che è tutto un programma: “La necessità di una forza politica riformista in Europa”. Non sarà facile, per chi sta distruggendo sul nascere la prospettiva di una forza riformista in Italia, dare un contributo credibile alla costruzione di un progetto centrista in Europa.
Sullo sfondo, ma non troppo, resta la crisi di consensi che ha travolto il Terzo Polo dopo le speranze suscitate dal discreto risultato ottenuto alle politiche. Le ultime amministrative, seguite peraltro al fragoroso flop alle regionali friulane, infatti, sono state un autentico disastro: Siena 1,8, Vicenza 3,5, Ancona 3,7, Brescia 7, Pisa 1,4, Treviso 4, altre città non pervenuto. Le attenuanti non mancano, perché nel voto locale un partito di opinione che deve ancora consolidarsi sul territorio parte fisiologicamente svantaggiato, ma è chiaro che i dissidi al vertice e le incertezze sulla fusione hanno disorientato il potenziale elettorato di riferimento. Una situazione surreale che non promette nulla di buono in vista delle Europee 2024, appuntamento cruciale per le sorti di un tentativo centrista che se non passerà la soglia del 4% dovrà dichiarare la bancarotta politica.
La guerra di posizione andata in scena in queste settimane sta probabilmente danneggiando tutti, non a caso i pontieri sono al lavoro per cercare di arginare una deriva che ha componenti più personali che politiche. Renzi, che è uno sperimentato maestro nei giochi di Palazzo, sta svuotando Azione con uno stillicidio di fuoriuscite di parlamentari, consiglieri regionali e dirigenti territoriali, e sta cercando di imporre Italia Viva come l’unica forza in grado di costruire un polo liberale, riformista e popolare. Sui social intanto i militanti si dividono tra amarezza, tifo e rassegnazione, e c’è chi de la prende con entrambi i duellanti: “Con la loro rissa indecorosa Renzi e Calenda non solo hanno mandato al macero il progetto politico del partito unico; essi squalificano tutto il riformismo liberaldemocratico, impedendo la ricostruzione di un centrosinistra plurale e alternativo a Meloni”. E c’è chi cita Leon Battista Alberti: “Per fare una discordia, vi bisogna due. A perseverare in concordia, basta che uno de’ due sia savio”. Quello in corso è a tutti gli effetti un gioco d’azzardo in cui tutti rischiano l’osso del collo, perché l’obiettivo del 4% alle Europee, ossia la soglia di sopravvivenza politica, è difficilmente raggiungibile senza presentare liste comuni.
Stasera inizia comunque il passaggio decisivo, che potrebbe sancire la rottura anche a livello parlamentare, visto che Italia Viva, col passaggio di Borghi dal Pd, al Senato ha la possibilità di costituire un gruppo parlamentare autonomo. Vedremo: intanto la sensazione è che Calenda stia guardando a sinistra non escludendo una futura alleanza col Pd di Schlein, mossa che aprirebbe un solco anche politico con Renzi, che sembra invece più interessato a coltivare buoni rapporti col centrodestra.