L’Onu schierata contro Israele: valanga di risoluzioni a senso unico

All’Onu tira da sempre aria antisionista, come ha plasticamente dimostrato il voto sulla risoluzione

Beppe Santini
5 Min di lettura

All’Onu tira da sempre aria antisionista, come ha plasticamente dimostrato il voto sulla risoluzione presentata dai Paesi arabi per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza: 120 sì, 14 no e 45 astenuti, tra cui l’Italia. Una posizione corretta quella espressa dal nostro ambasciatore Massari in quanto, “pur riconoscendo lo sforzo dei Paesi nostri partner nel mondo arabo”, nel documento mancavano tre elementi importanti: la condanna inequivocabile e senza ambiguità degli attacchi di Hamas contro migliaia di civili israeliani innocenti, il diritto di difendersi di ogni Stato sotto attacco e la mancata richiesta del rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi.

Guerra Gaza Israele
Guerra Gaza Israele

Niente condanna di Hamas, dunque e nessun riferimento al diritto all’autodifesa di Israele: una bilancia che pendeva tutta dalla parte dei terroristi palestinesi. Nessuna sorpresa, purtroppo, visto che lo stesso segretario generale Guterres se n’era uscito con una frase giustificazionista sul pogrom perpetrato da Hamas contro i civili israeliani: “Quegli attacchi non sono arrivati dal nulla” – aveva infatti detto, aggiungendo che “il popolo palestinese è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione” e che il massacro di civili nei kibbutznon possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese”. Ma la cosa che più ha sconvolto le famiglie degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas è che Guterres aveva usato toni molto più duri e accorati nel condannare le “chiare violazioni del diritto umanitario internazionale” in atto nella Striscia di Gaza che la strage pianificata dai terroristi. Anzi: a Israele non viene riconosciuto neanche il diritto di reazione al peggior attacco subito dai tempi del nazismo: no, per l’Onu dovrebbe fermarsi e accettare un “cessate il fuoco” umanitario. Una sortita in linea col recente allarme lanciato dall’Onu sull’”epidemia di islamofobia” che starebbe contagiando il mondo.

Negli ultimi anni sono state proprio le istituzioni internazionali a diffondere messaggi antisemiti, insieme a centrali culturali come università, case editrici e cinematografiche, che sono sempre in prima fila nelle celebrazioni per ricordare la Shoah ma poi attaccano in ogni sede Israele. Del resto, l’atteggiamento ostile delle Nazioni Unite nei confronti dello Stato ebraico non è una novità, e i numeri parlano chiaro: nel 2022 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato più risoluzioni contro Israele che contro tutte le altre nazioni del mondo messe insieme, confermando quello che molti osservatori denunciano come un accanimento evidentemente squilibrato contro lo Stato ebraico. Complessivamente, dal 2015 l’Assemblea Generale ha adottato 140 risoluzioni che criticano Israele per le sue politiche verso i palestinesi e 68 risoluzioni contro tutti gli altri Paesi. Dal database di “UN Watch” risulta anche che dal 2006 al 2022 il Consiglio Onu per i diritti umani ha adottato 41 risoluzioni contro la Siria, 13 contro l’Iran, 4 contro la Russia, 3 contro il Venezuela e ben 99 contro Israele, nei cui confronti sono aperte anche due indagini “a tempo indeterminato”, unico Stato al mondo a subire un simile trattamento (eppure Israele è una democrazia consolidata, mentre il mondo è pieno di Stati canaglia come l’Iran, la Siria e la Corea del nord che appoggiano apertamente il terrorismo o costituiscono una minaccia atomica per tutti).

Non sono state le Nazioni Unite, infine, ad affidare alla Repubblica islamica dell’Iran la presidenza del Forum sociale del Consiglio per i diritti umani e ad eleggere l’Arabia Saudita alla Commissione per i diritti delle donne? E non è stata la stessa Onu a indire la conferenza contro il razzismo che definì il sionismo “una forma di razzismo?”. Insomma, da garante della pace internazionale l’Onu si è trasformata in un ente più dannoso che inutile.

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